Lobbista non è affatto una brutta parola. Parola di Jfk

Lobbista non è affatto una brutta parola. Parola di Jfk

Presentato due giorni fa a Milano e in uscita questa settimana, Siamo due lobbisti (267 pagine, edizione Aboutpharma, 25 euro) è il volume scritto a quattro mani da Massimo Cherubini e Federico Serra per mettere in luce positiva il significato, concetto e ruolo di chi, come loro, fa lobby in modo onesto e competente. Di chi, come loro, in Italia troppo spesso si deve scontrare con una visione negativa e viziata della professione che svolgono. Una professione che «frequentemente ed erroneamente si pensa venga portata avanti da faccendieri, "trafficoni", in poche parola: da dei disonesti privi di scrupolo e principi», spiega Serra. «Quando invece il lobbista è un portatore di interessi legittimi, che si muove con etica e competenza attraverso un'attività di interfaccia tra istituzioni e parti sociali utile e centrale nell'iter democratico».
Il testo parte e finisce da qui, sviluppando un’analisi socio-culturale, dettagliata e attuale, del lobbismo, dando spazio a teorie, tecniche di comunicazione, approfondimenti e confronti tra l'evoluzione del fenomeno in Italia e all'estero, in particolare in Usa e Gran Bretagna, ma anche all'interno della Comunità Europea. Come già suggerisce il titolo, i due autori ci mettono la faccia, non si risparmiano, entrano nello specifico e prendono per mano il lettore pagina dopo pagina, accompagnandolo nella conoscenza di una professione oggi più che mai controversa. Che, a loro avviso, merita una maggior considerazione e una chiara regolamentazione nel campo delle relazioni istituzionali e dei government affairs. Il motivo? «I lobbisti sono quelle persone che per farmi comprendere un problema impiegano dieci minuti e mi lasciano sulla scrivania cinque fogli di carta. Per spiegarmi lo stesso problema i miei collaboratori impiegano tre giorni e decine di pagine».

Lo dice Cherubini, citando John Fitzgerald Kennedy.

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