Loewe, la pelle di Spagna arriva nel cuore di Roma

Il marchio più amato di Spagna sbarca a Roma. «È la location più giusta che si possa immaginare per una boutique: da qui passa il mondo e poi è così bella» dice Lisa Montague, da tre anni amministratore delegato di Loewe, brand fondato nel 1846 a Madrid e oggi controllato dal potente Gruppo LVMH. Il fondatore che per inciso era tedesco e come tale aveva un'eccezionale competenza nel trattare i pellami, individua subito il materiale giusto da usare per costruire borse e valige di rara eleganza: la pelle degli agnelli allevati sulle fredde alture dei Pirenei. Tecnicamente si chiamerebbe Cordero entrefino español ma per tutti diventa la «pelle Loewe», una cosa che sui vestiti in passerella sembra seta e sugli accessori in mano ha straordinarie caratteristiche di morbidezza, resistenza ed elasticità. Insomma il primo mezzo secolo di storia vola via nel mettere a punto quel mix tra lusso e qualità che porta il marchio nel Gotha della pelletteria. Non a caso nel 1905 il re Alfonso XIII e la regina Vittoria Eugenia concedono a Enrique Loewe il titolo di fornitore della real Casa di Spagna. Poi arriva il jet set internazionale con punte diamante come Grace Kelly, la duchessa d'Alba, Charlton Heston, Louis Dominguin, Ava Gardner e Loewe ancora oggi ha un'importante produzione in atelier. Perfino la collezione di moda creata dall'inglese Stuart Vevers, è «made to order» pur sfilando regolarmente nel calendario di Parigi: 39 anni, da 5 in Spagna dopo aver passato 2 anni da Calvin Klein a New York, 3 in Italia da Bottega Veneta e sei a Parigi prima da Givenchy e poi da Vuitton, lo stilista racconta di essere affascinato dalle spagnole. Inevitabile chiedergli cosa pensi della futura regina, Leticia, e lui prima s'inchina compito e poi dichiara che anche la moglie del principe Felipe è fan della borsa Amazona creata da Loewe nel 1975 in occasione della morte di Franco e oggi rinnovata con risultati a dir poco stupefacenti.

«Può essere personalizzata in tutto tranne nelle misure perché la piccola deve pesare 400 grammi e la grande 600» spiega Vevers, raccontando del cliente che ogni anno fa incidere una poesia per la moglie su una borsa con l'inconfondibile marchio (4 L stilizzate) disegnato tanti anni fa da un giovane Karl Lagerfeld.

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