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Lombardia, scandalo rimborsi: indagati 40 consiglieri regionali

Inchiesta sull’utilizzo "allegro" dei rimborsi. Soldi pubblici per cene, sigarette, cioccolatini e munizioni da caccia

Lombardia, scandalo rimborsi: indagati 40 consiglieri regionali

Fiorito probabilmente ha fatto scuola. Anche in Lombardia, infatti, emerge uno scandalo legato ai rimborsi "allegri" elargiti ai consiglieri regionali. I contorni devono ancora essere definiti. Per il momento si sa, come anticipato dal quotidiano Repubblica, che alcune decine di consiglieri regionali della maggioranza (Pdl e Lega) si sarebbero fatti rimborsare, come "spese istituzionali", un po' di tutto: dalle sigarette ai cioccolatini, pranzi, cene e viaggi. Persino degustazioni, cocktail e acquisti di carne in macelleria, oltre a videogiochi, cappuccini e brioche. Tra gli oggetti acquistati con soldi pubblici, finiti sotto la lente della Procura di Milano, ci sono anche munizioni da caccia per 750 euro che sarebbero stati acquistate da un consigliere lombardo leghista."Batman non c’è in Lombardia", ha detto Roberto Formigoni rispondendo ai giornalisti sulla inchiesta sui rimborsi. "Credo proprio - ha aggiunto - che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole".

Gli uomini delle Fiamme gialle il 10 ottobre scorso si sono presentati al Pirellone per acquisire i rendiconti 2008-2010 relativi ai rimborsi. Collegate all'inchiesta, coordinate dal pm Robledo, vi sarebbero anche alcune intercettazioni da cui emergerebbero sospetti su alcune cene private messe a bilancio dagli assessori come impegni istituzionali. In mattinata dovrebbero partire le informazioni di garanzia nei confronti dei consiglieri coinvolti, con l'ipotesi di reato di peculato. Tra questi i capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli, e il figlio del Senatùr, Renzo Bossi. Ma l'inchiesta si allarga anche agli altri gruppi. Le spese sostenute da Nicole Minetti ammontano a diverse migliaia di euro: avrebbe usato i soldi pubblici per prendere taxi molte volte e pagare cene in ristoranti di lusso di Milano. Malgrado avesse già a disposizione un iPad in dotazione ai consiglieri regionali, la Minetti ne avrebbe acquistato un altro da 750 euro. E ancora: tra le spese anche 400 euro per sei coperti al ristorante Giannino e 16 euro per acquistare il libro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti. Adesso la Guardia di Finanza, infatti, sta acquisendo in Regione Lombardia i documenti relativi alle spese di altri Gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel.

"Non ho ricevuto nulla", così il capogruppo della Lega Stefano Galli risponde, contattato al telefono dall’Ansa, sull’indagine che lo vedrebbe coinvolto: "Non riusciamo a capire il motivo, se non che è iniziata la campagna elettorale. Penso che ci sia in atto una campagna elettorale a favore di Ambrosoli (uno dei candidati alle primarie del centrosinistra per la  Regione, ndr)". Galli lo spiega partendo soprattutto da una costatazione: "Se l’indagine è quella che emerge dai giornali, allora il sistema dei rimborsi è lo stesso che stanno usando  gli altri gruppi, ma su di loro i pm non stanno indagando (in mattinata la Finanza ha fatto scattare i controlli anche sui gruppi di opposizione, ndr).

"Non so nulla della vicenda specifica - dice il capogruppo Pdl, Paolo Valentini -. Ci avevano chiesto della documentazione che abbiamo fornito, richiesta legata a un’altra indagine, altrimenti non si capisce perché l’abbiano avanzata solo a noi". Si dice sicuro che le regole "non consentono" comportamenti simili a quelli "verificatisi in altre Regioni". Poi, "se ci sono questioni personali da chiarire, vedremo".

"Con Maroni presidente nessun abuso sarà tollerato - tuona Matteo Salvini (segretario lombardo della Lega) -. Verrà controllato ogni euro speso e verranno dimezzati i contributi.

Se l’inchiesta in corso dovesse accertare delle responsabilità, chi in passato ha sbagliato, sia a destra che a sinistra, dovrà rimborsare tutto con gli interessi". 

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