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Londra alla guerra del crimine Armati anche i bimbi di sei anni

Sono 56 gli omicidi da inizio anno nella capitale. Le gang si sfidano, armate di coltello e galvanizzate dai social media

Londra alla guerra del crimine Armati anche i bimbi di sei anni

«Londra ha bisogno di voi: vivi». Non poteva essere più esplicito il sindaco Sadiq Khan nella campagna contro il crimine lanciata a fine anno per fermare il dilagare degli accoltellamenti fra adolescenti nelle strade della capitale inglese. Eppure basta guardare i numeri e le storie delle ultime settimane per capire che il piano London needs you alive è già un flop. La missione di convincere i teenager ad abbandonare le armi da taglio e arginare un'ulteriore escalation di violenza sembra finora fallita. Al di là dello shopping sfrenato di Oxford Street, oltre le luci sfavillanti di Leicester Square e Piccadilly Circus, dietro ai sipari dei teatri del West End, sullo sfondo dei pub e dei cocktail bar di Covent Garden c'è un'altra città che ogni giorno vive, sopravvive, si confronta e si scontra. Fino a giocarsi la vita. Armata fino ai denti, come in uno scenario di guerra.

La notizia che la città europea più visitata al mondo (19,2 milioni di turisti all'anno) ha registrato negli ultimi due mesi più omicidi di New York, con la quale ha in comune lo stesso numero di abitanti (oltre 8 milioni) ha fatto il giro del pianeta. Il confronto - nero su bianco sul Sunday Times - è stato parecchio contestato e in effetti sembra un po' forzato. Si basa su dati degli ultimi due mesi, febbraio e marzo. Ma se si allarga lo sguardo all'anno scorso sono 130 gli omicidi complessivi registrati a Londra contro i 292 a New York, in sostanza la metà della metropoli statunitense. Cressida Dick, la prima donna della storia a guidare Scotland Yard, ha confermato di essere «seriamente preoccupata» ma nega che ci si trovi di fronte a un'emergenza.

Eppure le notizie delle ultime ore, combinate con il dato sui 56 omicidi registrati da inizio anno nella capitale, confermano un quadro preoccupante. Le morti violente sono già il doppio rispetto a un anno fa, il crimine è cresciuto di quasi il 40% negli ultimi tre anni, simbolo di un fenomeno che riguarda l'intero Regno Unito dove rispetto all'anno scorso gli accoltellamenti sono cresciuti del 21% (e quelli nella fascia 16-24 anni hanno toccato il record degli ultimi otto anni), gli stupri sono aumentati del 29%, i furti in casa del 32% e gli attacchi con l'acido del 78%, facendo della Gran Bretagna uno dei Paesi con il tasso più alto al mondo. Ma è Londra a preoccupare ancora più del resto del Paese. Le vittime, spesso maschi e di colore, sono soprattutto giovani: la metà delle oltre 56 persone uccise da inizio anno aveva meno di trent'anni e 13 ne avevano meno di venti. Solo lo scorso week-end a Londra sono stati registrati sette accoltellamenti in poche ore. Un'emergenza che ha spinto il sindaco Khan ad attivare un piano mirato per i fine settimana, con 300 agenti in più in azione per le vie della città, mentre una task force speciale, che coinvolge 120 poliziotti, è chiamata da un paio di anni a occuparsi esclusivamente di crimini violenti.

A Croydon, Sud della città, la polizia registra un accoltellamento al giorno. Gli agenti pattugliano e perlustrano questa e altre zone a rischio della metropoli, in ogni momento della giornata, fino ai cespugli, nel tentativo di scovare le armi che i baby criminali hanno imparato a nascondere in ogni angolo, per evitare di essere colti in flagrante. Scuole e ospedali sono ormai forniti di metal detector. E l'allarme non riguarda più solamente gli adolescenti ma arriva anche a fasce d'età considerate finora immuni: gli under 13. Sì, perché la battaglia per le strada di Londra coinvolge sempre di più anche bambini. A partire dai 6 anni. Lo conferma Scotland Yard: già a quell'età vanno in giro con i coltelli, per non «sentirsi nudi», spiega la Metropolitan Police, perché hanno paura. «Pensano che non saranno fermati per i controlli - dice la Dick - Perciò la prevenzione deve cominciare dalle scuole elementari». Ma la spinta ad armarsi, di coltelli e armi da fuoco, e di farlo per paura, con il pretesto di difendersi, diventa una spirale in cui basta un diverbio a degenerare in rissa e poi in tragedia.

Al centro della battaglia ci sono le gang di ragazzini incappucciati, simbolo della Londra multietnica, che filmano le loro prodezze e le condividono su Snapchat, l'app più popolare tra i teenager, con i messaggi in grado di autodistruggersi in dieci secondi. Adolescenti che postano foto e video su Instagram, orgogliosi della loro «pesca», che in gergo significa andare a caccia dei gruppi rivali, spesso armati dei coltelli zombie, un variegato universo di armi da taglio che va dal serramanico al machete. Galvanizzati dal drill, sottogenere musicale della trap nata a Chicago (una nuova declinazione dell'hip-hop), con il quale si esaltano rappando su testi feroci ispirati alla dura realtà delle periferie, da Walthamstow a Elm Park fino a Forest Hill. Il tutto filmato per strappare il più alto numero di visualizzazioni su YouTube e sugli altri social media. «Queste gang rappresentano per Londra un pericolo persino più insidioso del terrorismo», ha spiegato Mohammed Rahman, docente di Criminologia all'Università di Birmingham.

Ma la guerra dei coltelli è inevitabilmente diventata anche una battaglia politica e di cifre. Perché sul banco degli imputati, a rinfacciarsi negligenze ed errori, da una parte c'è il sindaco Khan, laburista, origini pachistane, primo musulmano eletto nella capitale, che del suo approccio multiculturale e inclusivo all'epoca del terrorismo islamico e della Brexit ha fatto un vanto, lanciando la campagna London is open. E dall'altra parte c'è Theresa May, la premier conservatrice, ex ministro degli Interni e prima donna a ereditare la poltrona che fu di Margaret Thatcher a Downing Street. Governo e amministrazione comunale giocano a rimpiattino: il sindaco primo imputato, per aver aumentato con colpevole ritardo il numero dei poliziotti per le strade. E Downing Street sotto accusa per i tagli ai bilanci delle forze dell'ordine e per il numero dei poliziotti ridotto di 20mila unità. Intanto a Londra si muore. Non sarà un'emergenza.

Ma è quanto di più le somigli.

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