Cronaca locale

L'opera che divide: "Il Dito di Cattelan resti per sempre"

Folla di pubblico in piazza Affari, solitamente deserta, per la scultura dell’artista davanti alla Borsa. Foto di gruppo e tanti curiosi, mentre il sindaco promette il prolungamento almeno fino a fine mostra

L'opera che divide: 
"Il Dito di Cattelan 
resti per sempre"

Anche ieri piazza Affari, su cui manco a farlo apposta si affaccia la redazione del Giornale, era un pullulare di curiosi intenti a guardare e a fotografare, con macchina digitale o telefonino, l’ormai celebre Dito Medio. E verrebbe da dire che dalla scultura di Cattelan la città ha già ottenuto un regalo, quello di rivitalizzare perfino di domenica una delle più belle piazze di Milano, generalmente deserta o ridotta a un selvaggio parcheggio fieristico. Miracoli dell’arte che, sullo sfondo dell’inusitato monumento, scatenano l’immaginario collettivo anche su quel Palazzo Mezzanotte la cui architettura e centralità parrebbe più adeguata a un museo o a una biblioteca che all’attuale centro congressi. Chissà, sognare un centro più bello e più vivo non costa nulla. Per il momento, i giudizi positivi su quell’enorme mano mozzata in marmo di Carrara piazzata davanti alla Borsa, hanno sortito l’effetto di convincere il sindaco a prolungarne l’esposizione almeno fino alla fine della mostra a Palazzo Reale, datata il 24 Ottobre. «Ma a questo punto sarebbe molto più logico che restasse lì» è stato il commento più frequente da parte di quell’inedito pubblico domenicale in piazza Affari e anche da parte dei numerosi giovani ieri in coda a Palazzo Reale per la mostra di Cattelan, che in solo weekend ha fatto registrare oltre un migliaio di spettatori. Una cifra più che soddisfacente per una mostra «di frontiera», anche se il botteghino non dovrebbe mai la conditio sine qua non per una programmazione culturale. Tra coloro che tifano per il monumento permanente, anche molti vip e intellettuali tra cui l’ex responsabile scientifico di Palazzo Reale Flavio Caroli che ha sottolineato come, al di là delle polemiche, sia fondamentale una corretta informazione sugli artisti contemporanei. «Da quasi mezzo secolo, ormai, nell’arte il piacere estetico è stato affiancato o sostituito da un piacere mentale che un’opera, se fortemente carica di senso, può suscitare nello spettatore». E sulla questione Cattelan precisa: «Il monumento L.O.V.E. sarebbe certamente stato più apprezzato se a Palazzo Reale, anzichè tre opere, fosse stata allestita una vera antologica che in forma didattica testimoniasse l’intero percorso di questo artista e le ragioni che lo hanno portato al successo internazionale. In mancanza di ciò, un’opera intelligente come quella di piazza Affari può ancora essere considerata da qualcuno soltanto una trovata».

Con la settimana che comincia, sarà interessante vedere quali saranno le reazioni politiche in giunta soprattutto tra coloro che, fino all’ultimo, hanno tentato di boicottare la mostra.

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