Roma

Lotito: «È uno scandalo, mi farò sentire»

Cristiano Sala

Il sesto risultato utile di fila non mette certo di buon umore il tifoso laziale. Ieri, in tribuna, qualcuno ha sentito urlare: «Sei come Di Cola». I laziali doc ancora tremano nell’udire il cognome di uno degli arbitri più contestati della storia biancoceleste. L’epiteto, se così si può definire, è stato rivolto ieri sera al signor Mazzoleni di Bergamo. Un arbitro alla prima direzione della sua carriera con la Lazio e, molti, si augurano che sia stata anche l’ultima. Di Cola, verso la fine degli anni ’80, allo stadio Flaminio fece così arrabbiare i laziali che, mentre la squadra di Materazzi perdeva per 2-1 contro l’Atalanta (cattiva tradizione con i bergamaschi), qualcuno tentò l’invasione di campo. Mazzoleni non ha spinto a tanto ma dopo il gol annullato a Cribari e l’espulsione contro Liverani era difficile contenere i pochi e infreddoliti spettatori dell’Olimpico. Lotito in tribuna infuriato ha urlato: «È una vergogna, uno scandalo». E dopo la partita è andato oltre: «Ci faremo sentire nelle sedi opportune, la partita l’avete vista tutti, si commenta da sola...». L’ingiustizia va oltre il classico giudizio su un direttore di gara. Un’ingiustizia che ha penalizzato una Lazio gagliarda e grintosa, nonostante l’inferiorità numerica e un’evidente crisi atletica. La sciocchezza più grande, va detto, l’ha fatta però Sebastiano Siviglia. Il prezioso centrale ritrovato alla fine del mercato estivo, sta passando un momento negativo. Prima il black out di Parma, in occasione del gol contestato di Corradi, poi la prova opaca di Messina. Ieri, dopo il calcio a gioco fermo indirizzato ad Abeijon in nome di una giustizia privata, Siviglia ha messo in difficoltà i compagni che, in undici, avrebbero sicuramente gestito meglio un Cagliari davvero imbarazzante.
La Lazio, che già da oggi comincerà a pensare alla Coppa Italia e all’Inter, ha recriminato molto a fine partita e, per una scelta dello spogliatoio, ha deciso di chiudersi in silenzio stampa. Le parole di Oddo, intervistato da Sky, lasciano anche intuire i motivi della scelta: «Oggi (ieri) sono avvenuti episodi clamorosi, troppo clamorosi. Il guardalinee ha sbandierato il fuorigioco di Cribari dopo un colpo di testa di un avversario. Evidentemente sono cambiate le regole del gioco. Lo sciopero dei tifosi? Ognuno ha le sue idee ed ha il diritto di manifestarle. Poi, se uno non canta, non significa che non è vicino alla squadra. I nostri tifosi hanno sempre dimostrato di volerci bene». A proposito di contestazione, continua quella che la Nord sta facendo nei confronti del presidente Lotto. Il numero uno biancoceleste, ieri costretto ad uscire prima dalla tribuna a causa della «vivacità» di alcuni tifosi e contestato subito fuori la Monte Mario, è accusato di non voler accettare un incontro con un imprenditore interessato alla Lazio. Rappresentato da uno studio legale romano, che nei giorni scorsi aveva presentato una richiesta di incontro per la cessione delle quote in possesso di Lotito, l’imprenditore non ha ancora svelato la sua identità: «Mister X? I fumetti non li leggevo da ragazzo – ha ironizzato il presidente - figuriamoci ora. A parte questo, ripeto la volontà di non cedere la Lazio che, ora, è una società appetibile grazie soltanto al mio lavoro». In tema di mercato, infine, Cesar e Inzaghi sono a un passo dall’Inter. L’accordo con la società nerazzurra potrebbe essere ufficializzato già domani. Alla Lazio la comproprietà dei giovani Della Fiore e Quadri. Lotito ha poi rassicurato i tifosi sul futuro di Behrami: «Non ci sono problemi.

Il suo contratto è a posto».

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