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Love parade, parla l'amica della vittima italiana: "La tragedia era evitabile"

In una conferenza stampa Irina Di Vincenzo, amica della vittima italiana nella tragedia di Duisburg (video), muove accuse pesanti contro organizzatori e polizia tedesca: Non è stato fatto niente". Il sindaco di Duisburg, aggredito, si dice pronto a dimettersi

Love parade, parla l'amica 
della vittima italiana: 
"La tragedia era evitabile"

Torino - L'analisi dei fatti, per cercare di individuare eventuali colpe è già iniziata ma, per il momento, è ancora il dolore a prevalere. La tragedia di Duisburg, dove hanno perso la vita 19 persone, è ancora molto fresca. Tra le vittime, com'è noto, c'è anche una ragazza italiana: Giulia Minola, 21 anni. Oggi parla una sua amica, Irina Di Vincenzo. "È stata una tragedia che poteva essere evitata". Sono le prime parole della giovane torinese scampata alla tragedia. Intanto le polemiche non si placano e a Duisburg, teatro della tragedia, il sindaco è stato aggredito.

C'era poca polizia "La polizia era poca - ha detto Irina in una conferenza stampa nella sala consiliare del municipio di Grugliasco (Torino)- e la cosa che mi rende più triste è che si poteva evitare mentre non è stato fatto niente, le cose sono state lasciate andare".

"È stato un inferno" Tra le lacrime Irina rivive quei momenti terribili. Accanto a lei c'è il sindaco del comune torinese, Marcello Mazzù, che è andato ad accogliere la famiglia di ritorno dalla Germania "Non ero mai stata ad un Love Parade, ma ad altri festival musicali sì, eravamo andate per fare festa e ci siamo ritrovate in un inferno", ribadisce la giovane che però della sua amica Giulia, morta nei disordini preferisce non parlare.

Polizia in disparte "La polizia era poca ed è rimasta quasi sempre in disparte, ho visto pochissimi soccorsi, - aggiunge ancora la giovane torinese- per lo più prestati dai compagni. Anch’io che mi trovavo tra un tunnel e l’altro, mi sono salvata perché sono stata trascinata dalla corrente della gente. E a prestarmi i primi soccorsi sono stati alcuni ragazzi che mi hanno accompagnata verso le ambulanze".

Le accuse Visibilmente provata, stanca, da due giorni non riesce a dormire, Irina durante il racconto è spesso interrotta dalle lacrime e dalla commozione, tuttavia, ribadisce: "Ci sono delle colpe perché le persone sono state lasciate nel tunnel, c’era gente che soffocava, che cadeva, che veniva calpestata senza che la polizia facesse il suo dovere. Questo l’ho già detto alla polizia locale". 

Aggredito il sindaco di Duisburg Reazioni sempre più inferocite della popolazione di Duisburg nei confronti delle autorità cittadine, accusate di totale incapacità nell’autorizzazione di un evento come la Love Parade, trasformatasi sabato pomeriggio in un’immane tragedia. Nella serata di ieri il borgomastro Adolf Sauerland (Cdu) è stato quasi aggredito fisicamente e sommerso da male parole da una folla inferocita, mentre si recava a portare fiori nei pressi del tunnel stradale in cui sono morte 19 persone. "Imbecille avido di denaro", "dimettiti, vigliacco", "sapevi che sarebbe finita così", sono stati gli improperi più riferibili lanciati all’indirizzo del borgomastro da cittadini fuori di sè dalla rabbia. Altre persone hanno lanciato rifiuti addosso al borgomastro, protetto da cinque guardie del corpo, che lo hanno caricato quasi di peso sulla sua auto blu, allontanatasi sgommando.

Lui è pronto a dimettersi Prima di dare inizio ad una riunione della giunta comunale, chiamata ad esaminare la tragedia di sabato scorso, il borgomastro di Duisburg ha lasciato capire di essere pronto a dimettersi. "Ieri ed oggi è stata posta la questione della responsabilità, anche di quella mia personale", ha detto, "si tratta di una questione che devo pormi io stesso, su questo non ci sono dubbi". Sauerland ha aggiunto che prima di prendere una qualunque decisione sul suo futuro di sindaco, occorrerà chiarire esattamente cosa è successo e cosa non ha funzionato nell’organizzazione della festa rave. "Quando sapremo cosa è successo", ha concluso, "risponderò anche alla questione delle responsabilità.

È una cosa che prometto".

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