Salone del Mobile 2019

L'ufficio senza posto fisso dove la privacy ha il suo stile

Salone del Mobile: a Workplace 3 tutto sulle aree di lavoro. Il co-working cambia gli ambienti: capsule insonorizzate, più hitech

L'ufficio senza posto fisso dove la privacy ha il suo stile

Dimenticate i vecchi uffici polverosi, pieni di scartoffie e di portadocumenti, con stanze piccole, grandi scrivani e luci impersonali e fredde. Il nuovo ufficio presentato al Salone del Mobile.MIlano 2019 è un luogo destrutturato, senza postazioni fisse, dove lo spazio si adatta alle diverse esigenze di lavoro, dove i sistemi d'arredo sono flessibili, cambiano a seconda delle esigenze, e dove la tecnologia fa sempre più parte degli arredi. Il volume dei documenti cartacei si riduce a vista d'occhio, e in futuro anche gli archivi andranno scomparendo, tutto si virtualizzerà. La tecnologia è la regina dei nuovi uffici, il design è sempre più legato ad aspetti hi-tech con un occhio di riguardo al benessere di chi lavora. E anche luce è uno degli elementi fondamentali negli uffici contemporanei perché porta con sé il benessere: c'è sempre il giusto rapporto fra luce naturale e artificiale, che sempre più spesso è di design, intelligente e anche bella, come quelle progettate da Artemide che si gestiscono con una app.

La qualità dell'aria è un altro aspetto cruciale per i luoghi di lavoro, e allora ecco progetti come Dotbox di Citterio che purifica l'aria tramite le piante. L'evoluzione tecnologica sta cambiando il nostro modo di lavorare, vivere e fruire gli spazi collettivi: ne è convinto anche l'architetto Michele De Lucchi, che ha trasformato lo showroom milanese di Poltrona Frau in via Manzoni con l'installazione Connecting Experiences. E progettato uno spazio che porta con sé un nuovo concetto di lavoro: meno ingessato e gerarchico, più fluido e orizzontale, aperto al lavoro di gruppo. Qui trovano spazio i classici complementi da ufficio di Poltrona Frau, come Cove, la sedia Lounge di Jean-Marie Massaud. Le aree ideate da De Lucchi prevedono zone di co-working con wi-fi e devices a disposizione, stanze studio e sala conferenze. Le zone di lavoro trasformiste e fluide sono una costante nei progetti di tanti marchi.

Da quelle di Faram, con architetture d'arredo dove creare e togliere spazi o elementi funzionali come tende per l'isolamento acustico (così si può avere una certa privacy), e persino delle piante. Alle postazioni condivise per lavorare in team con tutti i comfort dei sistemi Fusion di Cuf Milano, perfetto spazio di co-working contemporaneo, perché un posto di lavoro per Cuf dovrebbe essere come una specie di social network con persone reali che vogliono esprimere la propria personalità anche in un team. Fino ai piani di lavoro trasformabile e fonoassorbente oltre che sostenibile di Manerba. Nei nuovi spazi di lavoro, oggi, si fanno strada nuovi concetti, come quello della zona bar, perché la macchinetta del caffè è roba preistorica, e i corridoi che diventano ipertecnologici, come Phone Walk di Citterio dove chiunque può parlare al cellulare indisturbato. Ecco poi gli spazi di decompressione, dove rilassarsi lavorando, come quelli di Vitra: sistemi di sedute per team, dove si possono fare riunioni estemporanee e comode perché gli schienali sono anche reclinabili.

Poi però c'è bisogno anche di un po' privacy, allora ci si può rifugiare in un comodissima capsula da ufficio come quelle di Alias, che rappresentano la perfetta evoluzione di un divano da casa in una postazione da lavoro super contemporanea. Come testimonia anche la mostra allestita dalla rivista Elle Decor a Palazzo Reale, dunque, negli spazi di lavoro contemporanei gli open space con piani per il lavoro condiviso plasmabili in cento modi diversi a seconda delle esigenze del team, si alternano a spazi isolati, piccoli cubi confortevoli dove ci si può rilassare con un tablet o uno smartphone.

Perché il diritto alla privacy non passerà mai di moda.

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