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L'ultima idea dell'Europa: due anni senza Schengen

Le frontiere europee sono un colabrodo. Per questo l'Ue pensa di rompere un tabù

L'ultima idea dell'Europa:  due anni senza  Schengen

Le frontiere europee sono dei colabrodo. Le migliaia di migranti che sbarcano in Grecia e in Italia non hanno alcuna difficoltà nel raggiungere il Nord Europa e, assieme a loro, anche i terroristi. Per questo motivo l'Unione europea potrebbe a breve adottare misure più severe tra cui il controllo dei passaporti ai confini di ogni stato membro. La richiesta di sospendere il Trattato di Schengen è sostenuta in un documento riservato inviato dalla presidenza del Consiglio dell'Unione europea al Comitato dei membri permanenti e al Consiglio dei ministri Ue (quelli della Giustizia e degli Interni sono riuniti da ieri a Bruxelles). La lettera di cinque pagine, contrassegnata dal numero 14300/15 e datata 1 dicembre 2015, ha come titolo L'integrità dell'area Schengen.Il documento affronta il tema generale dell'emergenza immigrazione e della lotta al terrorismo e traccia anche un bilancio della crisi. In base ai dati forniti dal Frontex, scrive il Consiglio Ue, «sono stati rilevati più di 1,2 milioni di ingressi illegali alle frontiere esterne dell'Ue, da gennaio a ottobre 2015, un incremento del 341 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. Inoltre, un consistente numero di questi ingressi illegali non è stato registrato». Di fatto, non sappiamo chi sia entrato in Europa, soprattutto dalla Grecia dove, come denunciavano le autorità francesi, sarebbero sbarcati almeno due terroristi che hanno colpito Parigi lo scorso 13 novembre.«Anche nel contesto della lotta contro il terrorismo continua il documento il Consiglio ha deciso il 20 novembre 2015 di rafforzare i controlli alle frontiere esterne più esposte dispiegando, quando la situazione lo richieda, i Rabits (Rapid border intervention team squadre di pronto intervento sui confini) e la polizia per garantire controlli di sicurezza e screening sistematici».La presidenza del Consiglio Ue, quindi, propone una serie di misure di rafforzamento dei controlli sui confini esterni con l'impiego di squadre di pronto intervento nei Balcani e «un'operazione del Frontex senza indugi» sulle frontiere settentrionali della Grecia per i gravi problemi creati ai Paesi membri vicini. Nei giorni scorsi Atene è stata accusata di non aver registrato e identificato migliaia di profughi sbarcati sulle sue coste che hanno chiesto asilo ed è stata minacciata di sospensione del Trattato di Schengen da diversi membri della Ue. L'Unione europea ora ha seriamente intenzione non solo di rafforzare i controlli ai confini esterni ma anche di ripristinare quelli ai confini interni. Nei mesi scorsi, numerosi governi, dall'Ungheria all'Austria, dalla Germania alla Slovenia, hanno sospeso Schengen per fronteggiare il flusso di profughi (il tempo massimo consentito è sei mesi), ma solo una raccomandazione della Commissione Ue può autorizzare la sospensione per un periodo maggiore. Autorizzazione che potrebbe arrivare presto grazie alla richiesta scritta del Consiglio Ue. «Questa raccomandazione riporta il documento può essere adottata in circostanze eccezionali» cioè quando vi è «una seria minaccia alla vita pubblica o alla sicurezza interna».

Quindi la Commissione Ue viene invitata a «reintrodurre i controlli ai confini interni» e a estendere la sospensione di Schengen «per due anni ai membri che lo richiedano».

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