Cronache

L'Unione europea dichiara guerra alle buste di plastica. L'Italia ne usa troppe

Soddisfatto il ministro Orlando: «Un passo importante, ora ci vuole il sostegno delle amministrazioni comunitarie»

Giorni contati per i sacchetti di plastica «usa e getta» in Europa. La Commissione europea, decisa a ridurre la quantità di quelli che finiscono soprattutto in mare, ha lanciato una proposta che rende obbligatorio un intervento degli Stati membri per far crollare il loro impiego, scegliendo l'opzione preferita fra diverse possibili misure, come una tassa, target nazionali di riduzione, un divieto. Un'iniziativa che dovrebbe congelare la procedura d'infrazione ancora aperta a carico dell'Italia - che ha già adottato un divieto di uso dei sacchetti di plastica non biodegradabili - per la durata dell'iter legislativo della nuova norma. «È motivo di orgoglio per il nostro Paese aver aperto la strada all'Europa» ha commentato il ministro dell'ambiente, Andrea Orlando, auspicando che questa proposta «trovi rapidamente il sostegno delle istituzioni comunitarie e dei Paesi Membri, affermando che i principi della protezione e della tutela dell'ambiente possano derogare a quelli del mercato». «Stiamo intervenendo per risolvere un problema ambientale molto serio e decisamente visibile» spiega il commissario Ue all'ambiente, Janez Potocnik, precisando che la proposta interessa tutti i sacchetti più sottili di 0,05 millimetri, anche quelli considerati «biodegradabili», perchè secondo Potocnik «non costituiscono la soluzione al problema».
Il punto è che più sottile è la busta, maggiori probabilità avrà di finire come immondizia nell'ambiente e poi in mare. L'Italia non è l'unico Paese europeo ad aver adottato contromisure per fronteggiare l'emergenza inquinamento da plastica: «Ad oggi 12 Stati membri hanno intrapreso un'azione legislativa nazionale, in altri 13 ci sono iniziative volontarie, mentre altri due (Polonia e Cipro) non hanno ancora comunicato o non hanno ancora attuato nessuna iniziativa» ha detto Potocnik.
Gli italiani, pionieri di questa battaglia, in compenso risultano fra i maggiori inquinatori in Europa, considerando che ogni anno impiegano in media 181 buste di plastica «usa e getta», contro una media europea di 175, mentre i più morigerati sono danesi e finlandesi, che si fermano appena a quattro. Solo nel 2010 si stima siano stati 98,6 miliardi i sacchetti di plastica immessi sul mercato dell'Unione europea, sia monouso che multiuso, con una media di 198 buste pro capite l'anno. Seguendo le migliori pratiche invece «potremmo tagliare il consumo complessivo dell'Unione europea fino all'80%» ha detto Potocnik.

Sarà un altro colpo per l'industria Ue? Apparentemente no, visto che «la maggioranza delle buste - ha affermato il commissario Ue - arriva dalla Cina».

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