Economia

L'Unione europea ritira il Nobel, ancora polemiche e accuse

Dalla guerra in Libia all'incapacità di gestire la crisi economica, fino allo scontro interno sul debito: cos'ha fatto il Vecchio Continente per meritarsi il Nobel?

L'Unione europea ritira il Nobel, ancora polemiche e accuse

Al termine di un anno molto difficile, l’Unione europea ha ricevuto oggi a Oslo il premio Nobel per la Pace. Un riconoscimento per il ruolo avuto nella trasformazione di "un continente in guerra in un continente in pace". Un riconoscimento che, già quando le era stato assegnato lo scorso ottobre, aveva fatto infuocare accese polemiche e scatenare violente polemiche.

"Un premio senza senso: un riconoscimento per la pace dato a chi fa la guerra. No, il mio consenso non lo avranno mai", ha commentato Perez Esquivel, premio Nobel per la pace nel 1980 per il suo impegno contro la dittatura in Argentina, dopo aver inviato nei giorni scorsi insieme ai colleghi Desmond Tutu e Mairead Maguire una lettera all’Accademia dei Nobel per contestare il premio che oggi sarà consegnato all’Unione europea. I dubbi mossi da Esquivel in una intervista a Repubblica sono condivisi dal "partito" degli euroscettici che, sin dall'assegnazione del premio, si sono chiesti cosa abbia fatto l'Unione europea - istituzione astratta e presente nella vita degliu europei solo per strangolare l'economia locale e per inventarsi ostacoli burocratici inutili - per meritarsi un Nobel che arriva poco dopo la guerra in Libia, la crisi economica (mal gestita) e gli scontri interni sulla gestione del debito. Mai come quest'anno, infatti, l'Unione europea si è frammentata.

Iil diploma del Nobel per la pace 2012 è stato consegnato al presidente permanente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e al presidente della Commissione europea a Josè Manuel Barroso, mentre la medaglia d’oro è stata consegnata al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. "L’Unione europea attraversa un periodo difficile - ha ammesso ieri Van Rompuy - ma usciremo da questo periodo di incertezza e di recessione più forti di prima". Alla cerimonia hanno assistito una ventina di capi di Stato e di governo dei paesi membri, tra cui il presidente del Consiglio Mario Monti, il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera Angela Merkel. Tra gli assenti, il premier britannico David Cameron, tra i meno "euro-entusiasti", che è stato sostituito dal suo vice, Nick Clegg.

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata ha parlato di "un grandissimo giorno" anche per l’Italia: "Non soltanto è tra i fondatori convinti del gruppo dei sei del Trattato di Roma ma è stata anche la patria di pensatori e grandi statisti che hanno dato un impulso fondamentale ai valori e al processo di integrazione".

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