Giorn-di-bordo

Macron come Mario Monti, yacht e megayacht in fuga da Costa Azzurra e dintorni

È scattato il «controesodo» verso i marina liguri dopo la stangata francese sulla nautica da diporto

Macron come Mario Monti, yacht e megayacht in fuga da Costa Azzurra e dintorni

Grande fuga 2, la vendetta. Si riparte dal punto di arrivo, cioè da quella Costa Azzurra che tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 offrì asilo politico-fiscale a migliaia di yacht e superyacht in fuga dai porti turistici italiani. Ricordate il decreto Salva Italia varato dall'esecutivo dei professori guidato da Mario Monti? Ecco, proprio quello. Poi ribattezzato svuota porti dagli operatori nautici. Circa 45mila imbarcazioni salparono in tutta fretta verso mete più tranquille mentre in mezza Italia imperversavano i blitz della Guardia di Finanza - non solo in mare, ricordate Cortina? - contro gli «armatori-evasori».

Oggi, a distanza di qualche annetto, piange anche la Grandeur. Soffre e chiede asilo politico-fiscale ai porti turistici italiani, in particolare a quelli della vicinissima Liguria, anche perché nel Principato non c'è posto neppure per un tender di cinque metri.

Emmanuel Macron come Mario Monti, quindi. Che significa: Côte d'Azur adieu! Andiamo dove si stava peggio... Sono soprattutto i megayacht a lasciare la Francia e navigano già verso le coste liguri, da Ventimiglia alla Spezia, fino a Sarzana.

La stangata francese sulla nautica parte da lontano, o meglio, dal solito posto: Bruxelles. E così Parigi ha pensato bene di cedere alle pressioni Ue varando una serie di normative che rendono gli approdi sulle coste francesi economicamente meno vantaggiosi rispetto al passato: nuove accise sui carburanti, nuovo regime di esenzione Iva e rinnovo (complicato) di molte concessioni demaniali.

Intanto, alcune stime, ovviamente approssimative, danno un'estate boom per i nostri marina e porticcioli: si parla di un incremento del 15%. Ma c'è di più: è prevista anche una crescita dei posti barca liguri, incluse le unità di piccole e medie dimensioni. Il merito è della ripresa del settore, con il mercato interno che è tornato a crescere dopo gli anni della crisi. La presenza di posti barca vede La Spezia e Genova a quota 35%, mentre il Ponente ligure è al 30%.

Ma non facciamoci troppe illusioni. La Francia sicuramente correrà ai ripari. Noi stiamo ancora pagando dazio sul famigerato Salva Italia. Da allora la portualità italiana ha recuperato circa il 10% ma, secondo Assomarinas, siamo ancora sotto del 25% rispetto al periodo pre crisi. Quindi i conti tardano a tornare. E per il resto, come siamo messi?

Nei giorni scorsi un paio di satelliti hanno intercettato una comunicazione riservata, più o meno di questo tenore: «Pianeta Terra, qui Pianeta Mare dateci le coordinate dei nuovi interlocutori istituzionali». Risposta: «Negativo Pianeta Mare, coordinate non pervenute, navigate pure a vista. Siete abituati...».

Ma vediamo che cosa sta accadendo in alcuni marina liguri.

«Abbiamo già qualche riscontro positivo derivante dalla mutata situazione fiscale in Francia, anche se per ora non mi sento di parlare di un vero e proprio esodo dalle coste francesi - dice Giorgio Casareto, direttore di Marina di Varazze (gruppo Azimut-Benetti) - Ci stiamo senz'altro preparando ad accogliere più yacht. La situazione, in effetti, per noi del Ponente Ligure dovrebbe essere piuttosto favorevole e avvantaggiarci maggiormente rispetto, ad esempio, a quanto accaduto di recente con una simile situazione di aumentata pressione fiscale verificatasi in Croazia. Sarebbero di grande aiuto politiche regionali più efficaci a supporto del turismo diportistico, politiche ancora piuttosto carenti».

Nel cuore del Ponente ligure, a circa 40 chilometri da Varazze, c'è un'altra eccellenza del diportismo: Marina di Loano (oggi Gruppo Unipol), oltre mille ormeggi disponibili.

«Un assist al nostro mercato arriva sicuramente anche dalla Francia - racconta Uberto Paoletti, direttore di Marina di Loano - Macron, oltre alle nuove accise e al nuovo regime Iva, ha applicato anche una sorta di tassa di soggiorno sugli equipaggi dei grandi yacht che sostano nei porti francesi. Queste operazioni hanno portato a un incremento dei costi che devono sostenere tutti i proprietari di imbarcazioni che sostano sulle coste francesi e al conseguente spostamento di un certo numero di unità, in particolare super e megayacht, verso la Liguria. Anche la Spagna, peraltro, ha recentemente promulgato una corporate tax sui contratti di charter nautico che sta producendo una sorta di effetto fuga. Meno sentite, almeno in Liguria, le conseguenze della stangata decisa nel settembre 2017 dal governo croato: aumenti in qualche caso anche del 400-500% con punte del 753% per la fascia sopra i 20 metri dove per un anno di sosta si passa da 232,90 a 1.

896,30 euro».

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