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Mafia, Lombardo: "Un piano per ammazzarmi"

Il governatore siciliano: "Hanno cercato di far cadere la legislatura con mezzi politici e con mezzi mediatico-giudiziari. O anche fisicamente se non fossero bastati i primi due piani". Poi avverte: "E' vero sono un uomo in enorme difficoltà, cosi come è in grande difficoltà la Sicilia"

Mafia, Lombardo: "Un piano per ammazzarmi"

Palermo - "Il 9 dicembre dissi in quest’aula che subivo uno stillicidio di insulti ispirato da un tavolo trasversale ai partiti". In aula all’Ars il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, denuncia che "si è progettato di far cadere il governo e la legislatura con mezzi politici, se fosse bastato, con mezzi mediatico-giudiziari, qualora non fosse bastato il primo metodo, o anche fisicamente se non fossero bastati i primi due piani".

La denuncia di Lombardo "E' vero sono un uomo in enorme difficoltà, cosi come è in grande difficoltà la Sicilia e i siciliani". Lombardo non si sente di "condividere una condizione di tranquillità, anche se il mio statuts di presidente della Regione me lo permetterebbe. Ma non sono in difficoltà dal 29 marzo (giorno della notizia dell’inchiesta della procura di Catania, ndr), non ho motivo di essere io in difficoltà. Anzi - spiega Lombardo - dal 29 marzo questa Ars, deve sentirsi più libera e più forte e determinata ad andare avanti". Lombardo ringrazia perché "aderendo a invito più gruppi politici mi consente di rispondere ai tanti interrogativi che sono sorti nel cuore e nella mente dei siciliani oltre che dei parlamentari a seguito delle notizie che mi riguardano di una vicenda giudiziaria dai contori ancora abbontamente nebulosi a partire dal 29 marzo scorso". "A proposito di nebulosità - continua il governatore - devo dire ai parlamentari che può apparire incredibile che per una vicenda giudiziaria che investe il presidente della Regione Siciliana e mette a repentaglio la sopravvivenza di questo governo che sono stato chiamato a presiedere dai siciliani, e dell’Ars e della legislatura, a tutt’oggi nmon ho ricevuto neppure un avviso di garanzia. Sembra incredibile, ma è vero". Lombardo contrattacca: "Infamanti accuse, calunnie, oltraggi mi sono stati rivolti da una sorta di magistratura parallela, perchè questo è il ruolo che è stato affidato a certa stampa da chi non lo sappiamo e dovrà essere la magistratura, quella vera, a svelarcelo".

Le minacce Per gli ascari del malaffare e per i mafiosi "un governo autonomista è una minaccia mortale e lo combattono con tutti i mezzi, per loro è una questione di sopravvivenza" ha detto il governatore della Sicilia. "Quella che stiamo mettendo in atto è una vera rivoluzione che fa paura a molti, stiamo sovvertendo secoli di saccheggi" ha aggiunto. Poi sulle minacce ricevute: "Non parlo delle minacce, non vado in giro strombazzare, ma basta chiedere alle questure". Rispondendo a una domanda sul piano "per abbattermi anche fisicamente" riferito in aula, Lombardo ha confermato che questo è uno dei piani messi a punto dai suoi nemici. Infine, rispondendo alla domanda se ha paura di essere ammazzato, Lombardo ha detto: "Prima viene l’onore della Sicilia e della mia famiglia, poi la mia libertà personale e in terza istanza la vita".

Mai conosciuto Santapaola "Un’aggressione mediatica congegnata da menti raffinate, fondate sulle dichiarazioni di un tale Avola, personaggio ritenuto inaffidabile. Un uomo che non ho mai visto e col quale ho chiesto che mi si metta a confronto" ha detto ancora Lombardo. "Non ho mai conosciuto il capo della mafia della Sicilia orientale, Santapaola" Il presidente si è poi riferito a intercettazioni in cui parla "tale Carmelo Frisella, detenuto ormai da oltre un anno per reati di mafia e che viene processato e che ha subito un duplice sequestro dei beni. Secondo costui, si legge nelle intercettazioni, il capo dei progettisti di una certa opera pubblica sarebbe stato mio genero. Emerso un quadro inquietante. Io non ho generi. Non ho all’orizzonte neppure nuore, e però dalle conversazioni del Frisella emerge un frenetico lavorio alla vigilia delle Regionali del 2008 in cui il consenso si scambia con promesse di posti di lavori e con bei discorsi, che alludono ad argomenti che poco hanno di culturale e spirituale" ha affermato Lombardo, che poi ha attaccato: tra le tante le intercettazioni di Frisella, ha detto, c’è una in cui esprime "appartenenza totale e subordinazionale al deputato nazionale Turrisi e al senatore Firrarello, entrambi componenti della commissione antimafia, e definisce Firrarello suo padrino, per carità in senso politico. È una convesazione del 3 aprile del 2008 mai smentita né contestata". In quella covnersazione, Lombardo ha detto che si parla di un suo possibile arresto "per una sciocchezza, per le assunzioni della Multiservizi che hanno fatto a Catania.

Io vengo aggredito mediaticamente - ha sottolineato Lombardo - senza aver ricevuto un avviso di garanzia". 

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