Politica

La maggioranza degli italiani chiede la separazione delle carriere dei giudici

Dal rapporto Eurispes 2010: il 57,8% dei cittadini non condivide l'attuale ordinamento giuridico. E anche tra gli elettori del centrosinistra si ritiene necessaria una riforma della giustizia. Tra quelli di centrodestra s'incrina la fiducia nella magistratura

Ora bisogna riformare la giustizia, gli italiani concordano al di là dell'appartenenza politica. Il 57,8 per cento dei cittadini infatti, testimonia un il rapporto Eurispes 2010, chiede la separazione delle carriere tra pm e giudici e quindi non condivide l'attuale sistema che accomuna indistintamente i magistrati dell'accusa, quelli che devono esercitare una funzione di controllo sull'operato dei primi nel corso delle indagini e infine di coloro che attraverso il processo sono chiamati a giudicare. Un'anticipazione della ricerca rivela inoltre che poco più di un italiano su tre resta a favore dell'attuale impianto giuridico.
Chi ritiene prioritaria la separazione delle carriere in magistratura si concentra nell'area del centrosinistra (51,2%), a dispetto della polemiche delle ultime ore interne agli schieramenti parlamentari. Il 63% degli elettori di centro vorrebbe carriere separate, ma nel centrodestra la percentuale di chi vuole la separazione tra pm e giudici arriva quasi ai tre quarti degli intervistati (71,7%).
La fiducia massima nella capacità e nella indipendenza di giudizio dei magistrati viene espressa dagli intervistati di centro con il 65% seguita da quelli di centrosinistra con il 57%, da quelli di sinistra con il 54,8%, da coloro che non si riconoscono in nessuna area politica con il 50%, dagli intervistati che si dichiarano di centrodestra con il 47,5% e da quelli di destra con il 40%. I più timorosi che la separazione delle carriere possa indebolire il ruolo dell'accusa sono nella destra con il 36%, nel centrodestra con il 35%, seguono la sinistra con il 27,4%, coloro che non si identificano in nessuna area politica con il 25%, il centrosinistra con il 20,9% e il centro con il 20%.
Sembrerebbe, dunque, che i più preoccupati sul possibile indebolimento dell'accusa siano coloro che si collocano nel centrodestra e nella destra. Segno evidente che il tema della giustizia è fortemente sentito anche in quella parte dell'elettorato che secondo la «vulgata» comune dovrebbe avere un atteggiamento fortemente critico nei confronti dei pubblici ministeri. Un'attenzione al tema - indica l'Eurispes - che supera abbondantemente quella espressa dal centrosinistra, area politica nella quale più forte si manifesta la solidarietà e la vicinanza nei confronti dei magistrati.
Diverse le posizioni del 57,8% che ha espresso la propria contrarietà nei confronti dell'attuale organizzazione del sistema giudiziario: il 28,3% di questi è convinto che il sistema attuale pregiudichi l'imparzialità stessa dei magistrati.

Il 18,9% è convinto invece che questo sistema non consenta la necessaria parità nel corso del procedimento penale tra accusa e difesa ma è sul raffronto con le altre esperienze di paesi stranieri, specialmente quelle dell'Inghilterra e degli Stati Uniti, che si concentra l'attenzione degli intervistati che esprimono la convinzione per il 51,5% dei casi che quei sistemi offrano maggiori garanzie di indipendenza ed affidabilità.

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