Politica

Mais Ogm, scoppia la guerra del seme

Mai dire mais, soprattutto se transgenico. Ieri è successo di tutto a Pordenone e dintorni, nel Friuli-Venezia Giulia del profondo Nord Est. Giorgio Fidenato, agricoltore ribelle, ha piantato i primi semi di mais Ogm (Organismi geneticamente modificati). In realtà lo aveva fatto cinque giorni prima, il 25 aprile, ma ieri ha reso pubblico su internet il video della semina. Sperava, così, di evitare la reazione dei no-global, che invece si sono scatenati lo stesso. Gli stessi che non si accorgono dei prigionieri politici a Cuba, ma lottano a spada tratta per la purezza di una pannocchia. «Nazi-comunisti, che hanno fatto irruzione nella sede di Agricoltori federati, di cui sono presidente, buttando a terra una dipendente, insultando e imbrattando i muri» denuncia Fidenato a il Giornale. Qualcuno l'aveva definita la saga della Grande pannocchia, scimmiottando il Grande fratello. Da giorni Fidenato e Leonardo Facco del Movimento libertario, che si batte per sempre meno Stato, avevano annunciato la semina del mais Ogm in diretta tv. «Le forze dell'ordine temevano disordini - spiega l'agricoltore ribelle -. E così ci siamo inventati un sistema che evitasse incidenti». Alle 14 in punto di ieri è apparso sul sito dei libertari il video dei due «disobbedienti» della pannocchia, che piantavano con tanto amore sei semi di mais Ogm. Per la precisione dei semi con la sequenza genetica Mon 810, che «permette alla pianta di autodifendersi da un insetto pericoloso». La semina è avvenuta «su un terreno pubblico», giurano gli organizzatori, ma per non renderlo riconoscibile hanno steso alle loro spalle un lenzuolo con la scritta Movimento mais Ogm. In realtà la diretta era una differita. I piccoli semi color porpora sono stati sotterrati in un luogo segreto, in provincia di Pordenone, il 25 aprile, per evitare incidenti. «Abbiamo scelto il giorno della Liberazione per un atto di libertà. In Spagna, Slovacchia, Romania si può fare e in Italia no. Nel mondo sono 156 milioni gli ettari coltivati a Ogm» sottolinea Facco con il Giornale. Fra una ventina di giorni le piantine saranno spuntate e sul sito www.movimentolibertario.it si potrà seguire la crescita. «Ogni giorno pubblicheremo in rete le foto e fra sei mesi porteremo i giornalisti sul posto per raccogliere il mais», spiega Fidenato.
I no global di Luca Casarini e l'ex consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, si sono concentrati a Vivaro, vicino a Pordenone, dove si sospetta ci sia il campo segreto con il primo mais Ogm italiano. Gabbati, come tutti, dal filmato girato cinque giorni prima, hanno marciato sulla sede pordenonese dell'associazione agricola di Fidenato. «Sono i compagni di strada della Coldiretti (storico sindacato degli agricoltori nda). Il loro “democratico” modo di agire è la violenza - accusa Fidenato -. Non ci fermeranno. Questa è una battaglia di libertà».
Non nuovo a battaglie del genere Fidenato si è trovato al suo fianco anche l'ex ministro della Lega, Giancarlo Pagliarini, che ha rotto con Bossi nel 2007. La Monsalto, multinazionale degli Ogm, guarderebbe con interesse ai ribelli di Pordenone. Fidenato ribatte: «Ma se anziché difenderci non dicono una parola». Il braccio di ferro sugli Ogm inizia nel 2006. Dopo ricorsi e battaglie legali, lo scorso gennaio il Consiglio di stato da ragione agli agricoltori «disobbedienti». L'allora ministro alle Politiche agricole, Luca Zaia, blocca tutto in marzo. L'assessore regionale competente, Claudio Violino, pure lui della Lega, ha ricordato, prima del video di ieri, le pesanti sanzioni per chi pianta Ogm: un'ammenda fino a 50mila euro e l'arresto da sei mesi a tre anni.
Ieri, però, il neo ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, sostituito da Zaia sulla poltrona di governatore del Veneto, ha aperto uno spiraglio. «Non ho intenzione di mettere in discussione la linea seguita fin qui dal governo, ma ribadisco, che anche per gli Ogm non si può rinunciare alla ricerca - dichiarava Galan uscendo dal Consiglio dei ministri -. Altrimenti la farà comunque qualcun altro. Le posizioni ideologiche, come gli stop assoluti, avrebbero impedito pure la ricerca sulla medicina nucleare, che ha salvato la vita di milioni persone». Gli ultrà pordenonesi degli Ogm sembrano non demordere, ma aprono qualche spiraglio. «Oramai abbiamo piantato e si va avanti - spiega Fidenato -.

Però siamo sempre stati aperti a firmare un protocollo con il ministero per far partire subito la sperimentazione».

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