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Malasanità, altri due bimbi morti in Calabria

CosenzaDue morti sospette in meno di 24 ore riaprono pesantemente il dibattito sulla malasanità calabrese. A farne le spese questa volta sono stati due bimbi in tenerissima età, una morta mentre veniva alla luce in una clinica privata di Cosenza; l’altra deceduta a un mese dal parto avvenuto nell’ospedale di Cetraro.
Nel primo caso la Procura della Repubblica di Cosenza ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia dei genitori alla polizia, che ha sequestrato le cartelle cliniche e altro materiale sanitario su disposizione degli stessi magistrati inquirenti che hanno aperto un fascicolo. Il presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale Ignazio Marino, ha chiesto ai carabinieri del Nas di avviare una istruttoria per far luce su quanto accaduto nella clinica privata «La Madonnina» di Cosenza. La Commissione vorrebbe sapere quanti parti l’anno vengono assistiti e qual è la percentuale dei cesarei: sono dati importanti per comprendere se la struttura opera nelle condizioni di sicurezza indicate dal ministero della Salute. «È necessario - ha poi proseguito il presidente della commissione - chiudere le strutture dove avvengono meno di 500 parti l’anno, perché l’esperienza internazionale dimostra che possono essere pericolose, per la mamma e il bimbo, soprattutto in condizioni di emergenza».
L’altra tragedia si è verificata invece a Cetraro. Qui una bimba di appena un mese, nata prematura, è morta l’altro ieri nella sua abitazione dopo essere stata dimessa dall’ospedale. La bimba era stata portata per un controllo nel reparto di pediatria di Cosenza, dove era stata ricoverata subito dopo essere nata con due mesi d’anticipo. Figlia di una ragazza diciottenne romena, era venuta alla luce all’inizio di dicembre nell’ospedale di Cetraro e successivamente era stata trasferita nel nosocomio di Cosenza. Poi era stata dimessa ed i genitori l’avevano hanno portata a casa. Nella giornata di martedì, come era stato stabilito dopo che era stata dimessa dall’ospedale di Cosenza, la neonata è stata sottoposta a una visita di controllo ed è quindi stata rispedita a casa con la «benedizione» dei medici. Sembrava andasse tutto bene. E invece durante la notte una crisi l’ha stroncata.
I genitori hanno deciso di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica di Paola, che ha avviato un'inchiesta e disposto l’autopsia. Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile. In una nota l’azienda sanitaria di Cosenza sostiene che «dalla ricostruzione degli avvenimenti, per come redatta dal direttore sanitario di Paola, siano state effettuate tutte le prestazioni di urgenza necessarie, prima del trasferimento a Cosenza».
«La gestante - si legge in una nota dell’Azienda sanitaria - era stata ricoverata con diagnosi di ammissione di minaccia di parto pretermine. In reparto, la paziente è stata sottoposta a intervento di taglio cesareo. Avvenuta la nascita della neonata e appurate la criticità delle sue condizioni, è stato disposto il ricovero della piccola presso l’Unità Operativa di Pediatria con diagnosi di “asfissia perinatale”. In seguito alle manovre rianimatorie eseguite, le condizioni cliniche della neonata risultavano decisamente migliorate. Successivamente, alle ore 4.45 del 29 dicembre la stessa bambina, trascorsi 28 giorni dalla nascita giungeva, portata dai genitori, presso l’Ospedale di Paola, priva di vita».


Su quest’ultimo caso il presidente della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, ha chiesto una relazione al presidente della Regione Calabria, con delega alla Sanità, Giuseppe Scopelliti.

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