Cultura e Spettacoli

Il male di vivere e quello di nascere

Una madre colpita da depressione «post partum» e una figlia vittima della sua assenza

È difficile rassegnarsi alla perdita della madre, al vuoto che accompagna la sua scomparsa, ma ci si può sentire dolorosamente orfani, e non rassegnati, accanto a una madre viva ma psicologicamente assente. Lo racconta con sensibilità Adele Grisendi in L’amore mancato. Si tratta di un libro autobiografico in cui l’autrice ripercorre la vita di sua madre (e di riflesso la propria) dai primi anni del dopoguerra a due anni fa, una vita segnata da una grave depressione post partum che ha richiesto numerosi ricoveri in ospedale psichiatrico. Tale depressione, troppo spesso sottovalutata e trascurata nelle giovani mamme, può nei casi più gravi sfociare in tragedie che alimentano drammaticamente la cronaca.
Dopo esser stata curata in manicomio con una serie di elettrochoc e con innumerevoli coma insulinici, Jolanda, ventisettenne sposa diventata mamma da poco, torna a casa e non si ricorda più di aver avuto una figlia, a quel tempo bambina di diciotto mesi. «Mi si stringe il cuore a confessarlo» scrive l’autrice in questo libro che rappresenta un dialogo tardivo con la madre «ma per me eri un’estranea. Del resto, come potevo essere affezionata a te, rimasta lontana per tanto tempo, segregata in quel maledetto ospedale!». A sua volta Jolanda, avvilita dalla malattia che non l’abbandonerà mai del tutto, interpreterà il ruolo di madre ma con freddezza, come un ruolo che non le appartiene.
Il male oscuro l’ha colpita a tradimento proprio quando il marito è tornato sano e salvo dalla guerra, quando la pace ha cominciato a riportare la vita nella grande cascina di campagna in cui vive. Ma la depressione ciclica segue una logica impenetrabile, al negativo, e colora tutto il mondo di nero. Difficile da curare anche oggi, lo era più che mai negli anni del dopoguerra, quando gli psicofarmaci non esistevano (entreranno nell’uso dopo il ’54) e per i malati di mente l’unica cura consisteva nel ricovero in manicomio. La Grisendi si è documentata sull’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, il San Lazzaro, ne ha ricostruito la storia e ne ha ripercorso i viali, i vecchi padiglioni, le camerate dove un tempo i malati giacevano nei letti di contenzione con la camicia di forza.
In questo viaggio della memoria, compiuto con la volontà di vedere e sapere, l’autrice recupera il legame con la madre e, analizzando con coraggio il passato dei suoi sentimenti, colma il vuoto di affetti che le ha tenute penosamente lontane per tutta la vita.

Adele Grisendi, L’amore mancato (Sperling & Kupfer, pagg.

230, euro 17).

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