Cronache

Maltempo, le galline non fanno uova e le verdure costano il doppio

Neve e gelo fanno danni anche su tutto il settore dell'agroalimentare. Pochi prodotti riescono ad essere trasportati e immessi sul mercato, così i rivenditori speculano rivendendoli anche al 100% in più

Maltempo, le galline non fanno uova e le verdure costano il doppio

L'emergenza maltempo incide anche sull'industria agroalimentare. I danni superano abbondantemente i 150 milioni di euro, ma il 70% delle perdite si registra solo nel settore dell’agricoltura.

Si stima che la produzione di latte, sia bovino che caprino, sia calata del 30%. Coldiretti spiega che "le difficoltà sono causate dal congelamento dei tubi che rendono difficoltoso l’abbeveramento, e dai black out della che in molte stalle hanno fatto saltare la mungitura". ll gelo blocca anche la produzione di uova. Sta succedendo soprattutto in Toscana, dove gli allevamenti a terra stanno producendo il 10%-20% in meno di uova rispetto alla settimana scorsa. Gli allevatori sostengono che le galline sono "stressate dal freddo siberiano e stanno faticando a deporre le uova". Ma i disagi ci sono anche negli allevamenti in gabbia, anche se perennemente riscaldati a una temperatura tra i 18° e i 19°.

Il freddo ha devastato fino adesso un quarto dei campi coltivati a ortaggi, a cui si somma poi il disagio dovuto all’impossibilità di trasportare le merci deperibili, cioè 200 mila tonnellate di frutta, verdura, latte, carne e uova. Le strutture aziendali distrutte o danneggiate dalla neve  e dal ghiaccio sono più di 60 mila, tra serre, cascine, depositi, magazzini e stalle. Bilancio a cui si aggiungono le cifre degli animali morti: ben 10mila. Tutto il settore è in crisi, a rischio, bloccato. Come se non bastasse i rivenditori approfittano della situazione per speculare sui prezzi dei prodotti freschi, che in pochi giorni sono aumentati più del 100 per cento. Spiazza il prezzo delle zucchine, arrivate anche a 8 euro al chilo, così come alcuni tipi di insalate e melanzane. I carciofi vengono venduti addirittura a 1,50 euro al pezzo.

A denunciarlo è la Confederazione italiana agricoltori, che continua a chiedere l'immediata dichiarazione dello stato di calamità per le zone colpite.

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