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Manassero, un pulcino già gigante

Nato a Verona, compirà 15 anni il 19 aprile, ma ne aveva appena 3 e mezzo quando ha cominciato a giocare a golf. Ricorda appunto che «fu mio padre Roberto a portarmi da piccolino in un campo pratica veronese. Lui si era già avvicinato a questo sport e allora mi fece impugnare delle piccole mazze di plastica e da quel giorno per me scattò l'incantesimo».
I genitori di Matteo Manassero (papà, piemontese di Cuneo, ha una piccola società che distribuisce strumenti per la chirurgia mentre mamma Francesca lavora in un'agenzia immobiliare) si sono separati 5 anni fa. Come l’ha presa Matteo? «Non proprio male, ero un bambino... Comunque ora sto bene anche così». Ed è forse pure per questo suo fondo di determinata e serena padronanza caratteriale che vuole molto bene a Giovanni, il bimbo di nemmeno 2 anni frutto di una seconda unione del padre. Ma dove, con chi vive Matteo? «A Verona, mezza settimana con la mamma e mezza con il papà».
Il fatto è che questo ragazzino («ino» si fa per dire, visto che è alto 1 metro e 81 e pesa 80 chili) dopo essere stato debitamente avviato e seguito da maestri quali Franco Maestroni e Alberto Binaghi (il suo Circolo è Gardagolf), fa già parte, e non da ieri, del gruppo azzurro che si è radunato di recente al Golf Club Royal Park di Torino dove si sono svolti i corsi per i Probabili Nazionali. Non sono pochi i tecnici che vedono in lui, consideratane l’età, qualcosa di più d’una buona promessa.
Capelli castani quasi a caschetto, occhi scuri e sicuri, Matteo, allorché gli si parla, lascia trasparire una maturità che è arduo attribuire a un semplice adolescente. Gli ho posto una serie di domande pregandolo di darmi risposte brevi e lui ha subito replicato che gli sta molto bene la concisione. Ecco il testo del nostro dialogo. A parte il golf, il tuo corso di studi? «Prima liceo scientifico. Me la cavo, però non mi piace tanto». Handicap attuale? «+2.4». Colpo preferito? «L'approccio». Colpo da migliorare? «Il putt». Distanza del drive? «Tiro la palla a 240 metri». A parte Tiger Woods (ovvio) qual è il tuo modello di golfista? «Justin Rose, per come gioca, per il suo comportamento in campo e perché è giovane». Pratichi altri sport? «Gioco a calcio con gli amici». Hobby? «Un po’ di Playstation». Film? «Di azione». Letture? «Niente di particolare». Ragazze? «Mi piacciono tutte». Cucina? «Qualunque piatto». Il futuro? «Non ci vedo un salto, che alcuni hanno fatto e fanno, negli Stati Uniti in quanto non ho alcuna intenzione di fare l'università. Dunque guardo al golf come centro della mia vita e spero infatti di passare al professionismo il più presto possibile, diciamo quando avrò vent'anni».


Questo è Matteo, a 14 anni già campione di lucide certezze.

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