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Manovra, domani il voto Bagarre in Senato Fischi della Lega Nord

Fischi da parte dei senatori del Carroccio contro il ministro Giarda che ha posto la fiducia sul decreto. Schifani: "È uno scempio: questo non è uno stadio. Dovreste vergognarvi". Domani alle 15 il voto definitivo

Manovra, domani il voto Bagarre in Senato Fischi della Lega Nord

Ancora bagarre al Senato: subito dopo l'intervento del viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, la Lega ha impedito per qualche minuto con fischi al ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, di parlare e porre la fiducia al Senato sulla manovra economica.

Dopo il via libera della Camera dei deputati e quello, arrivato la scorsa notte, delle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama, il testo del decreto (lo stesso licenziato da Montecitorio) è arrivato in Aula. La discussione sul decreto è andata avanti tutta la giornata. Al Senato sono stati presentati circa 180 ordini del giorno (quasi tutti di Lega e Idv) e 200 emendamenti, gli stessi respinti dalle commissioni ieri, ma la fiducia posta dal governo permette di anticipare il voto dei senatori, e l'eventuale conversione in legge, a domani. 

Nel suo intervento Grilli, ha ribadito che il governo vuole che l'obiettivo di "rigore, equità e crescita non si esaurisca ma continui a essere perseguito con costanza e metodicità nei successivi provvedimenti che verranno adottati". Al termine del suo discorso, il presidente del Senato ha annunciato Piero Giarda. A quel punto i senatori del Carroccio hanno tirato fuori dei fischietti e hanno contestato il ministro. Schifani ha invitato alla calma e ha inveito contro i banchi della Lega "È uno scempio, questo non è uno stadio. È il Parlamento dovreste vergognarvi, avete trasformato il Parlamento in uno stadio".

Intanto oggi il premier ha incontrato Silvio Berlusconi e ha chiesto un dialogo "fluido" fra governo e forze politiche, a partire dal partito di maggioranza. Durante il summit, inoltre, Mario Monti avrebbe assicurato che non ci sarà bisogno di una nuova manovra nel 2012.

Sul decreto la Lega Nord aveva presentato la pregiudiziale di costituzionalità, il Senato ha bocciato la proposta. In mattinata Roberto Calderoli ha chiesto a Monti di dare le dimissioni "perché diversamente ci sarà tanta gente, operai, pensionati, piccoli imprenditori, che la verranno a prendere a casa". Il senatore del Carroccio, primo a firmare la richiesta, sostiene che "il decreto è incostituzionale perchè figlio di un governo illegittimo, non eletto dai cittadini, nato da una manovra di Palazzo.

Il ragionier Monti non è stato nominato nemmeno da un’assemblea condominiale e la sua manovra è razzista verso il Nord, perchè lo discrimina e lo penalizza". 

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