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Manovra, Lega: tagliare gli stipendi d'oro in Rai Fmi: "Se il pil non cresce, servono altre misure"

Il ministro Calderoli: "Non esistono al mondo liquidazioni come quella di Santoro o stipendi da favola pagati per 'stare in panchina' e non lavorare". E rilancia: "Le regole della manovra devono essere applicate anche all’interno della Rai"

Manovra, Lega: tagliare gli stipendi d'oro in Rai
 
Fmi: "Se il pil non cresce, servono altre misure"

Roma - "Le manovre non sono mai belle, ma possono essere necessarie, a condizione - come la Lega ha chiesto - che i sacrifici siano di tutti", ha spiegato il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. "Non potendo intervenire sull’autonomia degli organi costituzionali, abbiamo chiesto loro un intervento a cui stiamo già dando seguito ma, a fronte di questi sacrifici, dobbiamo chiederne anche al concessionario del servizio radiotelevisivo pubblico, ossia alla Rai - ha continuato il ministro leghista - non esistono al mondo liquidazioni come quella di Santoro o stipendi da favola pagati per 'stare in panchina' e non lavorare. Le regole della manovra devono essere applicate anche all’interno della Rai, altrimenti si ridiscute il pagamento del canone".

Il monito dell'Fmi Se, come previsto dal Fondo monetario internazionale, la crescita dell’economia italiana dovesse rivelarsi inferiore alle stime su cui il governo ha basato gli obiettivi di correzione dei conti pubblici, Roma potrebbe adottare misure correttive. Nel rapporto finale sulla missione annuale in Italia, pubblicato per intero ieri sera sul sito del Fondo e chiuso l’11 maggio, i tecnici di Washington hanno una previsione di crescita per l’Italia pari a 0,8% quest’anno e 1,2% il prossimo. Le stime governative contenute nella Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblicata a inizio maggio sono invece, rispettivamente, 1% e 1,5% per quest’anno e il prossimo. Per il 2012 il governo prevede un’accelerazione della crescita al 2%. Le autorità italiane, scrivono gli esperti dell’Fmi, sono fermamente decise a portare il disavanzo al di sotto del 3% del prodotto interno entro il 2012.

Il compito per l'Italia "Le autorità hanno ribadito l’impegno a ridurre il deficit sotto il 3% del Pil entro il 2012 e a un ulteriore consolidamento nel più lungo termine" si legge nello staff report dell’Fmi. "Hanno concordato sul fatto che le ipotesi sulla crescita potrebbero essere ottimistiche, ma hanno sottolineato che potrebbero essere adottate misure correttive se necessario". La manovra correttiva appena varata dall’esecutivo italiano comprende misure per quasi 25 miliardi di euro nel biennio 2011-2012. Nei giorni scorsi una fonte governativa ha detto a Reuters che per il 2010 si può ipotizzare una media annua migliore dell’1% indicato dalla Ruef alla luce di indicazioni sul dato del Pil del secondo trimestre in linea a quello del primo. Tra gennaio e marzo il Pil italiano è salito dello 0,5% su base congiunturale e dello 0,6% in termini tendenziali. Secondo l’Fmi per ridurre il disavanzo al 2,75% del Pil nel 2012 sarebbero necessari tagli annuali alla spesa primaria corrente pari al 2% in termini reali nel periodo considerato, anche ipotizzando una crescita del 2% nel 2011-2012.

Per contro nell’ultimo decennio la spesa corrente al netto degli interessi è salita in media del 2% l’anno, osserva l’Fmi. 

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