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Manovra, salva-imprese sparita Il Cav: norma giusta, ma la ritiro

S'infiamma la polemica sulla manovra varata dal governo e trasmessa al Quirinale. Due i nodi più intricati: il giallo sui tagli agli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili, e la modifica al codice civile che sospenderebbe i risarcimenti superiori a 20 milioni, in attesa della sentenza definitiva. Berlusconi spazza via la querelle e zittisce l'opposizione riturando la norma salva-imprese: "La sinistra ha fatto una montatura vergognosa". E sul lodo Mondadori assicura: "La Corte annullerà la sentenza". La manovra sfiora i 50 miliardi in 4 anni

Manovra, salva-imprese sparita 
Il Cav: norma giusta, ma la ritiro

Roma - "La norma è giusta ma la ritiro". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi spazza via le polemiche facendo sparire la norma salva-imprese dalla manovra economica e puntando il dito contro l'opposizione, rea di aver montato una campagna di disinformazione spaventosa. Ma all'opposizione non basta e continua a protestare. Con il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che aacusa: "Ci ha provato, ora noi apriremo bene gli occhi perchè sappiamo con chi abbiamo a che fare".

Il Cav ritira la salva-imprese Nell’ambito della manovra era stata approvata una norma per evitare attraverso il rilascio di una fideiussione bancaria il pagamento di enormi somme a seguito di sentenze non ancora definitive, senza alcuna garanzia sulla restituzione in caso di modifica della sentenza nel grado successivo. "Si tratta - spiega Berlusconi - di una norma non solo giusta ma doverosa specie in un momento di crisi dove una sentenza sbagliata può creare gravissimi problemi alle imprese e ai cittadini". "Le opposizioni - prosegue il Cavaliere - hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo. Si è prospettato infatti che tale norma avrebbe trovato applicazione nella vertenza Cir-Fininvest dando così per scontato che la Corte di Appello di Milano effettivamente condannerà la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest". «Conoscendo la vicenda - dice ancora Berlusconi - ritengo di poter escludere che ciò possa accadere e anzi sono certo che la Corte d’Appello di Milano non potrà che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta. Il contrario costituirebbe un’assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali. Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata. Spero non accada che i lavoratori di qualche impresa, in crisi perchè colpita da una sentenza provvisoria esecutiva, si debbano ricordare di questa vergognosa montatura".

La sentenza sul lodo Mondadori "Conoscendo la vicenda ritengo di poter escludere" che la Corte di Appello di Milano "possa condannare effettivamente la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest". Berlusconi aggiunge che la Corte "non potrà che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta". Il contrario, puntualizza il presidente del Consiglio, "costituirebbe un’assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali".

Napolitano mette le mani avanti Mentre divampano le polemiche sul testo della manovra, il presidente della Repubblica mette le mani avanti: "Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento, conoscerete le nostre determinazioni". Così Giorgio Napolitano, presente al convegno "Europa più democratica", ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul testo trasmesso ieri dal governo al Quirinale. Sono due i nodi più intricati: il primo è il giallo sul taglio degli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili; il secondo è la modifica al codice di procedura civile che sospenderebbe i risarcimenti superiori a 20 milioni in caso di condanna. Gli occhi sono puntati sull’esecutività della sentenza sul Lodo Mondadori che condanna Finivest a risarcire con 750 milioni De Benedetti. Il Pd e l'opposizione sono subito insorti: "Legge ad aziendam". Ma quel cavillo, come spiega oggi il direttore Sallusti sul Giornale, tutela tutte le aziende, non solo quella del premier...

Poi richiama il governo La decisione del presidente del Consiglio di rinunciare alla norma battezzata dalle opposizioni "lodo Mondadori" ha risposto solo a una delle osservazioni prospettate dal Quirinale al governo per indicare criticità, problemi tecnico-giuridici e di coerenza del decreto legge che contiene la manovra economica. Sulle altre questioni, il Colle resta in attesa di risposte dall’esecutivo. Le osservazioni, si sottolinea in ambienti ben informati, non riguardano il merito del provvedimento, che rimane di esclusiva competenza e responsabilità del governo. Secondo ambienti della maggioranza, le altre questioni ancora all’esame potrebbero riguardare, tra l’altro, l’ICE e le quote latte.

La Lega: "Profondo malumore" Ma il "cavillo" non sembra essere andato giù neppure ai vertici del Carroccio. Gli esponenti della Lega hanno scoperto con stupore, subito seguito da malumore, la presenza della norma definita pro-Berlusconi nel testo della manovra. A quanto ha appreso l’Ansa da fonte autorevole, i ministri leghisti giovedì scorso non avevano ricevuto nel testo che era stato loro consegnato la norma in questione. E i ministri leghisti hanno appreso solo a cose fatte che la norma era stata inserita. Da qui il "profondo malumore" dei ministri del Carroccio Bossi, Maroni e Calderoli.  

Frattini: nessun intento ad personam Nessuna norma con "intento ad personam" nel decreto sulla manovra economica. Lo sottolinea il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a Palazzo Giustiniani a margine del convegno di apertura della presidenza polacca dell’Unione europea. Interpellato dai giornalisti Frattini ha risposto: "Di questa norma non c’è stata discussione approfondita in Consiglio dei ministri. Se capisco bene è una norma di carattere generale e non particolare. Si tratta di un principio che già esiste nel codice civile. Non c’è alcun intento ad personam".

Annullata conferenza stampa E' stata annullata la conferenza stampa sul decreto legge con la manovra di finanza pubblica del ministro dell’economia Giulio Tremonti, in programma per oggi alle 12. Lo riferiscono al Tesoro: il ministro - spiegano - è rimasto bloccato dal maltempo.

All’incontro con la stampa avrebbero dovuto partecipare anche i ministri Renato Brunetta (Pubblica amministrazione e innovazione), Roberto Calderoli (Semplificazione), Paolo Romani (Sviluppo economico) e Maurizio Sacconi (Lavoro).

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