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Marea nera, Obama: "E' ridicolo lo spettacolo dato dalle compagnie"

Il presidente degli Stati Uniti è arrabbiato per l'esito delle audizioni, al Congresso, sulla crisi ambientale nel Golfo del Messico, in cui le compagnie si sono rimpallate ogni responsabilità. Nuove stime: il danno sarebbe 12 volte più grave di quanto emerso fino ad ora

Marea nera, Obama: 
"E' ridicolo lo spettacolo  
dato dalle compagnie"

Washington - E' molto arrabbiato e non lo nasconde affatto. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, esasperato dalla marea nera nel Golfo del Messico che non accenna a fermarsi oltre tre settimane dopo l’esplosione che ha distrutto la piattaforma della Bp,  muove pesanti accuse alla compagnia e decide un giro di vite sulle trivellazioni. Dopo una riunione del Consiglio di gabinetto dedicata proprio alla marea nera, nel giardino delle rose della Casa Bianca Obama ha denunciato "la relazione troppo stretta" che esiste tra i petrolieri e l’agenzia federale che rilascia i permessi, il Minerals Management Service (Mms).

Accuse pesanti alla Bp Il presidente ha lanciato ancora una volta accuse pesantissime alla Bp, la prima responsabile del dramma, alla Transocean, la proprietaria della piattaforma esplosa, e alla Halliburton, il colosso delle trivellazioni offshore. "Non ho apprezzato quello che considero uno spettacolo ridicolo durante le audizioni al Congresso su questo argomento - ha detto Obama -. C’erano responsabili di Bp, Transocean e Halliburton ed ognuno puntava il dito contro qualcun altro, giudicandolo responsabile".

Massimo sforzo di Washington Obama è tornato a garantire che farà il possibile per risolvere il problema, considerando la situazione inaccettabile. "Ho visto di persona la rabbia e la frustrazione dei nostri vicini del Golfo - ha detto l’inquilino della Casa Bianca -. Ed è una rabbia ed una frustrazione che condivido da presidente. Non riposerò o non sarò soddisfatto fin quando la perdita non sarà risolta alla fonte, il petrolio nel Golfo sarà sotto controllo e ripulito, e la gente del Golfo sarà in grado di vivere e di lavorare normalmente".

Trivellazioni più difficili Obama, con accanto a sè responsabili di governo come i ministri Janet Napolitano (sicurezza interna), Kene Salazar (interno) e Stephen Chu (energia) non ha fatto nessun riferimento alle ipotesi, circolate sulla stampa Usa e straniera, di inquinamento più pesante del previsto, fino a dodici volte. Ma il suo impegno a rendere le trivellazione più difficili suona come una risposta alle accuse del New York Times. Secondo il quotidiano, l’Mms ha dato via libera ad una serie di trivellazioni petrolifere, in particolare in Alaska e nel Golfo del Messico, senza tutti i permessi necessari richiesti dalla legge in vigore. Spesso è mancato il via libera del National Oceanic Atmospheric Administration (Noaa), l’agenzia responsabile per la protezioni delle specie minacciate e per i mammiferi marini.

Le cifre sulla perdita Secondo un esperto della Purdue University, Steve Werely, il flusso quotidiano di greggio nel Golfo non sarebbe di 5 mila barili di petrolio al giorno ma di una cifra che va dai 56 mila agli 84 mila, cioè dodici volte superiore. È un pò meno pessimista Ian McDonald, un oceanografo della Florida State university secondo cui in base alle immagini satellitari il risultato sarebbe "4-5 volte maggiore di quanto detto finora". Gli americani, almeno secondo un sondaggio dell’Associated Press, sembrano aver comunque promosso Obama: il 42% ne apprezza l’operato nella vicenda marea nera. Nel 2005 una percentuale analoga puntava il dito contro il presidente George W.

Bush per come aveva gestito l’emergenza Katrina, l’uragano che ha messo in ginocchio New Orleans, con centinaia di morti.

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