Cultura e Spettacoli

Ecco i film che non vedremo mai

Dal "Mastorna" di Fellini ai "Promessi sposi" di Pasolini

Ecco i film che non vedremo mai

«Ciò che abbiamo inventato è tutto autentico», si scrivevano Federico Fellini e il suo sceneggiatore Tullio Pinelli nell'epistolario pubblicato da Marsilio anni fa. Parlavano delle storie, messe nei film e incrociate con la vita in modo inestricabile, ma anche dei dietro le quinte e dei dubbi sui progetti in corso.

Cosa accade quando quelle storie rimangono abbozzi, sceneggiature abortite, personaggi che attenderanno di vivere per sempre? Per rispondere a questa domanda lo storico del cinema Gian Piero Brunetta ha raccolto in un volume anni di ricerche sui film italiani mai realizzati: L'isola che non c'è. Viaggi nel cinema italiano che non vedremo mai (Cineteca di Bologna, pagg. 354, euro 18). Ogni regista ha il suo film da sogno rimasto nel cassetto, stroncato da mancanza di fondi, produttori senza visione, censura o semplicemente dalla sfortuna di nascere al momento sbagliato. Emblema di questi film mai nati è proprio Il viaggio di G. Mastorna che Fellini si tenne accanto per anni, racconta Brunetta, come un «fantasmone minaccioso e ingombrante», che forse, come dice lo stesso Fellini visse «Nei film successivi... Me lo sono mangiato un poco alla volta ingoiandolo come un veleno».

«Sì cara Marta, si possono fare col cinematografo cose veramente meravigliose» - scriveva Luigi Pirandello nel 1928 a Marta Abba -. «Ho in mente cose straordinarie». Ma il progetto che più amò non vide la luce: i suoi ultimi dieci anni di vita furono segnati dalla potente tensione a portare sullo schermo i Sei personaggi . Doveva essere un «film parlante contro i film parlanti» di Pirandello cui indica già con precisione i movimenti di macchina, in un trattamento che vede la Abba nel ruolo della figliastra.

E poi ancora la potenziale, esplosiva sceneggiatura de I promessi sposi firmata Pier Paolo Pasolini. «Un trattamento a cui lavorammo insieme», racconta Ennio De Concini. «Ma è più farina del suo sacco che del mio». Siamo nel 1960. Doveva essere una grossa produzione, perché Carlo Ponti si aspetta di ripetere il successo di Guerra e pace . Ai due viene in mente di far partire la storia qualche anno dopo la fine del romanzo ed entrambi, spiega Brunetta, proiettarono nel trattamento - che non compare nemmeno nei «Meridiani» di PPP - le proprie biografie. Specie Pasolini, che vide, in Renzo e Lucia, la storia sua e di sua madre, in fuga dal Friuli in seguito allo scandalo di Ramuscello, a cercare nuova vita a Roma. E poi ancora, tra i copioni inabissati, Il sergente nella neve di Ermanno Olmi e Rigoni Stern; l'incontro di Visconti e De Santis con le novelle di Verga; i tanti progetti di un film sull'Italia di Cesare Zavattini, che arriverà a ottant'anni prima di dirigere La veritaaaà .

Al termine del volume, Brunetta inserisce un goloso «Cinelimbo. Inventario provvisorio dei film italiani mai realizzati» che, da Agenore Incrocci a Valerio Zurlini, prevede un elenco sterminato di titoli. Esclusi quelli che gli autori viventi non hanno voluto citare per scaramanzia.

Convinti di poterne riprendere i copioni più avanti.

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