Meccanica svizzera e fascino italiano

Il brand, riconosciuto per i gioielli, ambisce al ruolo di manifattura orologiera

Fabrizio Rinversi

Afferma Guido Terreni, Managing Director della Watch Division di Bulgari: «Con l'internalizzazione dei diversi mestieri del savoir-faire orologiero, il nostro obiettivo primario è stato, in conseguenza di una gestione diretta del processo, la riduzione dei tempi lunghi, ben noti nel settore, necessari all'immissione del prodotto sul mercato. Il secondo riflesso ha riguardato la possibilità d'incrementare la produzione, o meglio, di rispondere prontamente alle richieste del mercato e di agire in modo virtuoso sui prezzi». Parole estremamente chiare, che mi convincono sempre di più, considerando, oltre alle fabbriche di casse,bracciali e quadranti, la manifattura d'Alta Orologeria di Le Sentier e la sede operativa centrale di Neuchâtel, in cui sono localizzati gli uffici di design, diretti da Fabrizio Stigliani Buonamassa, l'assemblaggio ed il controllo qualità di tutta la produzione, fatta eccezione per le alte complicazioni, i tourbillon e i modelli che impiegano il calibro di manifattura 191 (Solotempo), eseguiti a Le Sentier, che Bulgari ormai può essere considerata a pieno titolo una manifattura integrata haut-de-gamme ed ottenere un'identificazione specifica che superi l'obsoleta connotazione di «gioielliere». Per carità, in quel segmento la Casa romana è leader mondiale assoluta, ma lo straordinario lavoro in campo orologiero svolto dall'inizio del XX secolo ed avviato con lungimiranza dall'allora CEO, Francesco Trapani, ben prima del marzo 2011, quando Bulgari entrò a far parte del Gruppo LVMH, va riconosciuto, non solo dagli addetti ai lavori, ma anche dal pubblico di appassionati, chiamati, a mio giudizio, a distinguere nettamente il Bulgari gioielliere dal Bulgari «orologiaio». Sotto quest'ultimo profilo, evidentemente, l'awareness è al top riguardo le collezioni indirizzate al polso muliebre, mentre, per quanto concerne l'interlocutore maschile, come sottolineato da Terreni, «l'obiettivo di identificazione di Bulgari come Maison orologiera a tutto tondo non è ancora raggiunto. Chi ha la capacità critica per giudicare correttamente, non ha difficoltà a configurare Bulgari come attore vero dell'alta orologeria, ma permangono sacche importanti di pubblico potenziale che fanno ancora riferimento ad un'immagine storica come gioielliere, non considerandoci alla stessa stregua delle Case elvetiche più prestigiose». Eppure, basta fare un giro a Le Sentier, nel laboratorio in cui tre orologiai mettono a punto i Ripetizione Minuti e le Grande Sonnerie, oppure nel reparto semi-automatizzato in cui si assembla il calibro 191, e ancora, a Saignelégier, ad osservare le macchine CNC specificamente studiate per la realizzazione della cassa dell'Octo Finissimo, di elevatissima difficoltà e con tolleranze micrometriche, oppure, a La Chaux-de-Fonds, per prendere atto della strumentazione specifica relativa agli stampi dei quadranti della collezione Serpenti e del processo di laccatura, con la stesura di 20-25 strati e conseguenti passaggi nei forni, per comprendere che l'identificazione orologiera non può essere lontana.

E ce lo auguriamo vivamente, perché anche se tutto ciò avviene in Svizzera, e non potrebbe essere altrimenti, Bulgari è un brand italiano, e romano, al 100%.

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