Roma

La Melato incontra la Duras

È uno straordinario flusso di parole spezzate e singhiozzanti Il dolore di Marguerite Duras, diario autobiografico pubblicato a molti anni di distanza dalla stesura dove la scrittrice francese racconta il ritorno del marito, Robert Antelme, dal campo di concentramento di Dachau e racconta, tanto più, il tempo sospeso e confuso dell’attesa.
Sin dalle prime pagine il ritmo della scrittura, lo stile nervoso e concitato, la crudezza di un dire che si sposta continuamente dal «fuori» al «dentro», dalla Storia di tutti alla storia intima dell’autrice suggeriscono una lettura teatrale dell’opera, una sua «espansione» fisica, mimica, visiva.
Ma quello che Mariangela Melato ha costruito nell’omonimo assolo in cartellone da questa sera al Valle (e già accolto entusiasticamente in altre città della Penisola) è molto più che una semplice trasposizione dalla letteratura alla scena. Perché questo «dolore» della grande attrice milanese, qui diretta da Massimo Luconi e affiancata da Cristiano Dessi, scava nei recessi più profondi di un animo femminile sconvolto dallo scempio della guerra e dall’attesa disperata di un ritorno (attesa che si traduce anche in un progressivo abbandono del proprio corpo e della cura di sé), vivendone sensazioni e sentimenti elevati all'ennesima potenza, riconducibili alle vite e alle esperienze personali di tante donne diverse.
"L'attesa in cui vive la protagonista - spiega la Melato - è identica a quella di tutte le donne che aspettano, non solo in un momento di guerra, ma nei momenti di abbandono, di sofferenza interiore, e testimonia una capacità di sopportazione tipicamente femminile che mi ha molto colpito". Sospesa tra immedesimazione e lucido raziocinio, l'interprete si muove in uno spazio concreto e quotidiano (una scrivania, libri, un telefono) capace però di spalancare abissi sulle emozioni. Al resto pensano il suo talento e la sua magnetica sensibilità espressiva.
Non è un caso, infatti, che questo spettacolo rappresenti l’evento di apertura di una composita monografia (l’ultima della felice stagione del Valle) dove trovano collocazione anche una lectio magistralis in dialogo con il critico Rodolfo Di Giammarco prevista per giovedì 13 (alle 18) e una rassegna video (da dopodomani al 21) che assembla quattro lavori particolarmente esemplificativi della lunga carriera della Melato: Orlando furioso (versione televisiva del ’74) e Orestea diretti da Luca Ronconi, Vestire gli gnudi e Medea per la regia di Giancarlo Sepe (ingresso libero fino a esaurimento posti).
Il dolore replica fino al 23 maggio.

Informazioni: 06/ 68803794.

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