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Mense, delivery, pic nic, a casa: ma guai a chi ci tocca l'ora libera

Una ricerca della Doxa racconta le abitudini degli italiani: il 75% non rinuncia mai a uno stacco gustoso dal lavoro

Guai a toccare la pausa pranzo agli italiani. Potrebbero mordere. Malgrado l'americanizzazione delle nostre vite, i ritmi sempre più frenetici delle giornate lavorative, le agende fitte di impegni, quell'oretta di stacco è considerata sacra dalla gran parte dei lavoratori, sia per rifocillarsi sia soprattutto per «staccare» dalla routine. Un recente studio commissionato dall'Ancit (l'Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare) alla Doxa, evidenzia che, come fa notare Pietro Antonio Migliaccio, presidente emerito della Società italiana di scienza dell'alimentazione «gli italiani durante la pausa pranzo hanno abitudini alimentari sane e ispirate al benessere, consumando alimenti leggeri, salutari e prendendosi il giusto tempo. Del resto non a caso l'Italia è oggi al primo posto tra i Paesi del mondo per durata della vita e migliore stato di salute».

Secondo l'indagine, tre italiani su quattro (il 75 per cento) fanno pausa pranzo tutti i giorni. Il 18 per cento invece non la fa mai o si accontenta di qualche spuntino senza staccare gli occhi dal computer. Ma la pausa va goduta: il 51 per cento degli italiani gli dedica un'ora piena, mentre il 18 per cento va anche oltre. Il 7 per cento trascorre a mangiare soltanto mezz'ora.

Il 39 per cento trova il tempo di andare a casa a mangiare, mentre il 61 per cento mangia fuori casa: il 24 per cento non si muove dal luogo di lavoro (mangiando quello che si è portato da casa o utilizzando un servizio di delivery), il 20 per cento mangia nella mensa aziendale (della quale però solo le aziende più grandi dispongono) e il 14 per cento va al bar o alla tavola calda più vicina. C'è anche un 1 per cento di coraggiosi che si attrezza per un pic nic, mangiando all'aria aperta. Naturalmente in questo caso il limite è rappresentato dalla disponibilità di un parco vicino all'ufficio e dalle condizioni atmosferiche: pioggia, freddo e afa sono nemiche del pranzo en plein air.

Quando al cibo, la schiscetta homemade è la preferita dall'85 per cento degli italiani, il 66 per cento si orienta su alimenti che si possono consumare a temperatura ambiente (come un insalata di riso con tonno e pomodori, votata dal 40 per cento del campione) mentre il restante 19 scalda tutto nel microonde del cucinino aziendale. Poco amata la pizza, che si rivela un cibo amato in altri momenti della giornata. Il 29 per cento dei «pausapranzisti» ordina il pasto con servizio delivery o take away.

La pausa pranzo è infine per il 48 per cento degli intervistati un'occasione di consumare alimenti buoni e salutari, per il 31 per cento un momento di socializzazione con i colleghi, mentre il 13 per cento preferisce mangiare da solo distraendosi con lo smartphone o con il tablet. Solo il 5 per cento mangiano continuando a lavorare e il 3 per cento invece di mangiare fanno sport.

AnCu

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