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Messina, la frana avanza Altri 4 centri in pericolo

Cede la collina. San Fratello paese fantasma: via 2mila persone. Il sindaco in allarme: "La frana si è allargata". Il fronte si amplia anche ai centri vicini: evacuati nella notte

Messina, la frana avanza 
Altri 4 centri in pericolo

Messina - Nuove ordinanze di sgomberi sui Nebrodi. Si allarga a macchia d'olio la mappa del dissesto idrogeologico che, in seguito alle piogge degli ultimi giorni, sta causando disagi e danni nel Messinese: dopo la frana di ieri a San Fratello, dove è scattata l'ordinanza di sgombero per 1.500 persone, provvedimenti analoghi sono stati presi in nottata per altre 20 famiglie che abitano a Tusa, in alcune case di edilizia popolare di via Carmelo Battaglia. La zona è infatti interessata da un vasto smottamento del terreno che ha messo a repentaglio la stabilità degli edifici. Altre 20 ordinanze di sgombero, per lo stesso motivo, ieri erano state notificate anche a Sant'Angelo di Brolo. Il dipartimento regionale della Protezione civile ha intanto attivato un'unità di crisi per monitorare costantemente la situazione. Nella zona dei Nebrodi sono numerose le strade interessate da frane e smottamenti: alcuni paesi, come Longi, sono isolati e raggiungibili solo percorrendo vecchie mulattiere.

Quattro fronti Dopo Raccuja (440 ordinanze di sgombero), San Fratello (circa 2 mila sfollati tra evacuazioni e abbandono volontario delle case) e Sant’Angelo di Brolo (20 ordinanze di sgombero), ora a anche a Tusa la Protezione civile e il sindaco hanno deciso di far evacuare 20 famiglie a rischio per uno smottamento franoso. L’unità di crisi, visto che ormai il territorio da monitorare è diventato troppo vasto, è stata spostata da San Fratello a Sant’Agata Militello dove oggi pomeriggio si farà il punto sulla situazione tra il direttore regionale della Protezione civile, Lo Monaco, quello provinciale, Bruno Manfrè e i sindaci del comprensorio dei Nebrodi che venerdì mattina manifesteranno a Capo d’Orlando per chiedere interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio.

La situazione a San Fratello "La situazione peggiora, la frana nella zona dello Stazzone si è allargata e a noi non che resta che pregare e sperare che il paese non scompaia". E' il quadro della notte trascorsa a San Fratello ricostruitodal sindaco Salvatore Sidoti Pinto. Ad acuire i problemi e a creare maggiori preoccupazioni è la pioggia: sul paese dei Nebrodi è ripresa senza sosta da ieri sera, e non accenna a fermarsi. Gli abitanti rimasti senza casa, dopo l'ordinanza di sgombero firmata ieri dal sindaco, si sono trasferiti in abitazioni di amici e parenti. Ma il paese non è rimasto deserto. Molti hanno deciso di rimanere per seguire da vicino gli sviluppi della situazione.

La frana di 80 anni fa A poter raccontare cosa accadde l'8 gennaio di 88 anni fa, quando la collina venne giù travolgendo e spazzando via l'intero paese, sono rimasti in pochi. I più, a San Fratello, paese di 5mila anime nel parco dei Nebrodi, dove nacque il nonno di Bettino Craxi, della catastrofe che rase al suolo il centro hanno sentito solo il racconto. Ma quando, dopo un nubifragio durato 48 ore, la terra, da contrada Riana, ieri ha cominciato ancora a franare, la gente ha abbandonato le case ed è fuggita via lasciando un paese fantasma. Il piano degli sgomberi è partito fin dalla mattina, quando i tecnici del Comune hanno capito che la situazione era grave. Oltre 1.500 persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione

Memoria a Giampilieri Il ricordo della disastrosa frana che a ottobre si è abbattuta su Messina facendo 37 morti è ancora nella mente. San Fratello ora è un paese mezzo vuoto. Con la statua del santo protettore, San Nicola, e il Crocifisso portati via dalla chiesa madre, in cui si è aperta una profonda crepa, e lasciati nella piazza in una sorta di muta invocazione di protezione degli abitanti in fuga. I muri di decine di case sono segnati da profonde spaccature. La collina viene giù poco a poco a valle e alle abitazioni viene a mancare il sostengo del terreno. Il fronte della frana é raddoppiato in poche ore raggiungendo i due chilometri.

"La situazione è molto allarmante", spiega il responsabile della Protezione civile provinciale Bruno Manfré che coordina le operazioni di soccorso.

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