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La metamorfosi del bagnino Dalla palestra alla pancetta

A vigilare sulle vacanze sono sempre più 40enni rimasti senza lavoro. Ma non c'è da avere paura: prima di salire in torretta hanno superato tutti i test

La metamorfosi del bagnino Dalla palestra alla pancetta

Ha più di 40 anni, qualche capello brizzolato e un filo di pancetta. Ma la maglietta rossa con la scritta «Salvataggio» sulla schiena gli calza ancora a pennello. Non incarnerà l'ideale di bagnino dell'immaginario comune, macho e giovanissimo, ma è la versione 2018 del guardiano delle spiagge italiane. Se ne sta in torretta e scruta fisso verso il mare, dalle 9 alle 19, ogni giorno. Sa perfettamente che si tratta solo di un lavoro stagionale ma quell'incarico per lui è fondamentale: vale 1.000-1.500 euro al mese e durante l'anno non tutti i contratti che gli sono capitati tra le mani hanno fruttato tanto. E così il mestiere di bagnino si rivela, a sorpresa, un antidoto anti disoccupazione.

MANAGER IN SPIAGGIA

A vigilare sulla sicurezza dei vacanzieri ci sono manager rimasti senza lavoro, impiegati «tagliati» dall'ufficio del personale della banca, precari che tirano avanti con contratti a termine a 800 euro al mese, padri di famiglia in cassa integrazione. E allora perché non rinnovare quel vecchio brevetto preso ai tempi delle scuole superiori? Consumato, ingiallito, finito in chissà quale cassetto, il tesserino si rivela un jolly da giocare nel momento del bisogno. È per questo che molti 40enni si sono iscritti nuovamente ai corsi di perfezionamento e si sono rimessi in gioco mettendosi a studiare a fianco dei ragazzini. Inarrendevoli, pronti a reinventarsi e a non lasciare intentata nemmeno una strada.

L'inaspettato identikit dei nuovi bagnini arriva dall'Associazione nazionale di salvamento, che ne conta oltre 100mila in tutta Italia. A fronte di 33mila brevetti rinnovati nel 2017 (un po' pochi rispetto al passato), sono ben 70mila i brevetti rinnovati. Ed è fra questi che si registra la silenziosa riscossa dei quarantenni disoccupati. «Gli over 40 - spiega il presidente Giuseppe Marino - sono quasi la metà dei brevetti rinnovati, magari dopo anni di silenzio. Un dato che ci ha stupiti perché fino al 2014 non superavano il 10%». Il rapporto giovani-anziani è più o meno uniforme in tutta Italia: in Liguria i bagnini agé sono il 46%, in Toscana il 42%. Al Sud le percentuali scendono leggermente: in Puglia e in Calabria non si supera il 30%, in Sicilia il 36%.

BENEDETTO BREVETTO

Età a parte, il livello di sicurezza è comunque garantito. Anzi, dalla loro i più «stagionati» hanno l'esperienza e un tocco di impulsività in meno. Anche loro seguono le prove e l'iter di preparazione dei giovani. Prima di salire in torretta, effettuano prove in mare, controlli sanitari ed esami teorici. Tornando sui banchi per tutte le prove attitudinali che, ovviamente, non fanno sconti a nessuno. Il patentino va rinnovato ogni tre anni e sono obbligatori i corsi di aggiornamento. «Il bagnino ormai è una figura altamente professionalizzata - spiega Marino - segue un corso di soccorso e noi obblighiamo tutti a imparare ad usare il defibrillatore che, piano piano, sta facendo la sua comparsa in tutte le spiagge d'Italia. Oltre ai corsi intensivi di 50 ore, i bagnini devono anche superare un esame in Capitaneria». Una volta ottenuto il titolo, possono spendere il brevetto e il loro curriculum sul bagnasciuga anche per entrare in Marina.

LA FUGA DEI GIOVANI

Chi si riscopre bagnino e torna a indossare la cordicella al collo con il fischietto, ha una garanzia: il lavoro non gli mancherà e il «posto fosso» in torretta arriverà molto più velocemente rispetto a qualsiasi altro impiego. Gli annunci «cercasi bagnino» sono infiniti e basta dare un'occhiata ai dati per capire che c'è una seconda chance reale. Già, perché i giovani sembrano declinare sempre più di frequente la possibilità di avere un primo stipendio, sudato sì ma nemmeno poi così misero. Preferiscono starsene sotto l'ombrellone o seguire stage all'estero per coltivarsi la via verso un lavoro a tempo indeterminato. D'altro canto aumentano i figli di stranieri che fanno i corsi per diventare bagnini e, in piccola percentuale, anche le ragazze. «Le donne - spiegano all'associazione di salvamento - un tempo non esistevano affatto nelle file dei bagnini. Ora sono sempre di più e ammetto che sono molto brave.

Non saranno forti come gli uomini ma sono molto più organizzate nel lavoro e nella pianificazione della giornata».

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