Cronache

Metti una domenica a mangiar frittelle

Ritorna oggi a Bogliasco la tradizionale Friscioladda di San Giuseppe, che con i suoi quarant’anni, è tra le più antiche sagre tradizionali del Levante genovese. Fu, infatti, nel 1972 che i Confratelli di S. Chiara alle prese con gli innumerevoli problemi per la conservazione del patrimonio artistico dell’Oratorio, vollero riprendere quella che anticamente era un’usanza dei falegnami di Bogliasco che il giorno di San Giuseppe aprivano agli amici le loro botteghe e offrivano le frittelle salate fatte con farina ed erba cipollina, e quelle dolci con zucchero uova e uvetta. Preparato a casa l’impasto, essi friggevano sul loro banco di lavoro utilizzando, magari, il fornelletto sul quale scaldavano la colla necessaria al loro lavoro. Il successo della manifestazione del 1972 fu senza precedenti e, a quarant’anni di distanza, a Bogliasco si augurano di continuare ad accogliere tanti ospiti e tanti bogliaschini per gustare le tradizionali frittelle.
Quest’anno l’aiuto che chiedono i Confratelli di Santa Chiara, un piccola offerta in cambio di un sacchetto di frittelle, dovrà servire al restauro del seicentesco campanile dell’Oratorio, bisognoso di cure improcrastinabili. Risalgono al 1681 le prime spese per «muratori, garsoni, calsina, arena e mattoni» che si trovano registrate sui Libri Cassa della Confraternita per la costruzione del «nuovo campanile». Complessivamente si spesero 100 lire dell’epoca. Presto sarà elaborato il progetto di restauro da sottoporre agli Enti competenti dei Beni Culturali, augurandosi di poter iniziare entro l’anno i lavori di restauro. Ma la novità di questa edizione sarà la «macchinetta per fare le frittelle» un aggeggio che già hanno sperimentato nelle loro sagre sulla passeggiata a mare gli Alpini di Nervi e che consente una veloce ed igienica produzione di frittelle attraverso un complicato meccanismo che garantisce uniformità di dimensioni e rapidità di esecuzione. La «macchinetta» affiancherà le tradizionali padelle dove le frittelle saranno preparate con il metodo tradizionale, distribuendo con un cucchiaio ed un colpo di pollice l’impasto da friggere, perché... non si sa mai.

Per tutta la giornata, dalle 10 al tramonto oltre a gustare i «Friscêu» si potrà visitare l’Oratorio con il suo ricco patrimonio di arte e di storia.

Commenti