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La mia proposta: Scajola ha pagato, ora torni

Ha sbagliato, ha pagato, è una risorsa: adesso l'ex ministro può tornare in campo. La scelta di vendere la casa con vista sul Colosseo lo riabilita in pieno. Altro che i furbi di Affittopoli. La capacità organizzativa dell’ex coordinatore di Forza Italia sarebbe preziosa per il Pdl

La mia proposta: Scajola ha pagato, ora torni

Ha sbagliato, lo ha riconosciuto, ha pagato, la magistra­tura ha fatto quello che doveva fare, ora torna in pista. È Clau­dio Scajola che è stato un coordinatore di Forza Italia che ha lasciato il segno. E con il fondatore di Forza Italia, Silvio Ber­lusconi, non era facile, tutt'altro. Ora sembra che ritorni in campo e po­trebbe non essere una cattiva idea. Vediamo perché.

Era il 4 maggio del 2010 e Scajola, in una conferenza stampa, annunciò che si sareb­be dimesso dichiarando che avrebbe pagato una certa cifra (600mila euro) per un apparta­mento a Roma, vista Colosseo, e che altri 900mila sarebbero poi stati versati ai proprietari della casa a sua insaputa. «Non posso avere il sospetto di abita­re una casa non pagata da me». La frase non fu delle migliori e lo stesso Scajola ha in seguito riconosciuto che fu «grottesca, infelice, stupida». Dunque si di­mise. Oggi ha deciso di vendere quella casa, di recuperare i 600mila euro versati e di desti­nare gli altri a opere di benefi­cenza. Dobbiamo riconoscere che questa decisione pur impor­tante di per sé, è arricchita nel suo valore da questo momento con Affittopoli in piena rinasci­ta. Dove tutti non sapevano che, tutti non credevano che, tutti non avrebbero mai affitta­to se avessero saputo che. Ci sa­rà a questo turno qualcuno che ha sbagliato o sono tutti stati tra­volti da una cascata di inconsa­pevolezza? Tra tante anime bel­le Scajola si distingue, non c'è dubbio.

Detto questo c'è da chiedersi perché Scajola, al contrario di molti altri, riuscì ad affiancare Berlusconi, a dare un'organiz­zazione al partito e a conqui­starsi nel partito stesso una cer­ta autorevolezza propria. Mette­te uno carismatico, come Berlu­sconi, e un organizzatore politi­co, come Scajola, insieme. Nel­la stragrande maggioranza dei casi avrete una deflagrazione violenta. Questo non accadde, anzi.

Non accadde per un fatto sem­plice: Berlusconi ha un grande carisma ma sa anche organizza­re. Scajola aveva compreso il ge­nio creativo del Cavaliere e sep­pe organizzare un partito che non opprimeva la creatività del fondatore, ma che tendeva ad esaltarla. Fu veloce, andò all' obiettivo. Tutto qua. Potrebbe sembrare poco, ma poco non fu. Tant'è vero che fu il primo a riuscirci. Non ci riuscirono quelli dell'inizio né quelli do­po. Sarà scelto ancora? Ce la fa­rà? Vedremo.

Comunque vada oggi il Pdl - è evidente agli occhi di tutti - ha bisogno di qualcuno che ci met­ta dentro quello che per i cuo­chi è la colla di pesce, un adden­sante. Il Pdl ha bisogno di mag­giore densità. È un corpo diviso e un po' sfilacciato. Ne ha passa­te di tutti i colori. L'unione di due partiti e vari altri. La defe­zione di uno dei due cofondato­ri. La necessità di trovare nuovi parlamentari e senatori che so­stenessero il governo. Ce n'è a sufficienza per ammazzare un toro, figuriamoci un partito. Oc­corre addensare. E in fretta. Il Pdl, ora più di prima, deve pre­sentarsi forte al tavolo delle trat­tative, non solo forte di Berlu­sconi ma di un partito solido e organizzato. Anche perché quelli che hanno deciso di ap­poggiare il governo non saran­no- immaginiamo- tutti missio­nari.

Se a Roma con la presenza di Berlusconi tutto è più facile, in giro per l'Italia il caos spesso la fa da padrone. E questo diso­rienta i militanti e gli elettori del Pdl. E la Lega va. E cresce. Vale lo slogan delle donne in piazza: se non ora quando. Scajola viene dal mare, è di Im­peria.

Di colle di pesce se ne do­vrebbe intendere.

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