Politica

Miccichè presenta il suo Pdl Sicilia: "Ora intervengano Berlusconi e Fini"

Il sottosegretario ha presentato il nuovo gruppo creato al Parlamento regionale siciliano, rendendo ufficiale la rottura all'interno del Popolo della libertà nell'Isola: «Ma non è il Partito del Sud». Dai vertici del centrodestra appelli alla ripresa del dialogo

Alea iacta est, il dado è tratto. E la rottura interna al Pdl, ormai, è servita. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè ha presentato ufficialmente la sua creatura, il Pdl Sicilia, costola che si contrappone al Pdl ufficiale guidato a livello regionale da Giuseppe Castiglione e Domenico Nania, e che a livello nazionale fa capo alle aree legate al ministro di Giustizia, Angelino Alfano, e al presidente del Senato, Renato Schifani. Più che una costola, il neonato gruppo che si è costituito all'Assemblea regionale siciliana e che presto nascerà anche negli altri Enti locali dell'Isola. Sì, perché conta già 15 deputati - ex Forza Italia fedeli a Micciché e ex di An fedelissimi del presidente della Camera Gianfranco Fini - solo quattro in meno del Pdl ufficiale, e perché è già al governo della Regione, al fianco del presidente Raffaele Lombardo (Mpa)che benedice l'operazione.
Tanto tuonò che piovve, si potrebbe dire. Era da tempo che le tensioni in Sicilia covavano. E ora sono esplose, proprio in quella terra che da sempre è stata il serbatoio principe di voti del centrodestra, e per di più per mano dell'uomo che in fondo rappresenta il centrodestra in Sicilia, Micciché, il creatore di Forza Italia nell'Isola, l'artefice, nel 2001, dello storico 61 a 0. Intendiamoci, il Pdl Sicilia è e resta centrodestra. Ma le tensioni interne possono avere pesanti contraccolpi, il calo di voti registrato dal Pdl alle Europee - quando lo scontro interno agli ex di Forza Italia era già aperto- proprio in Sicilia insegna.
«Non lo stiamo facendo per l'acquisizione di potere - ha spiegato Micciché nella conferenza stampa di presentazione - sarebbe stato più comodo stare sotto le coperte di cachemire del partito. Ma l'unica soluzione per il Pdl siciliano è che Berlusconi e Fini prendano direttamente la situazione in mano e diano direttive a tutti. Forse solo così si potrà risanare la situazione nell'isola. Noi non siamo avventurieri, abbiamo iniziato un'avventura importante per la Sicilia. C'è voglia di fare politica seria senza andare appresso ai matti». E quando si riferisce ai matti Miccichè si riferisce alla politica «schizofrenica» dei cosiddetti lealisti del Pdl ufficiale, che fanno di fatto opposizione al governo Lombardo. Proprio all'insegna della lealtà Miccichè ha lanciato una sfida: «La smettano con questo atteggiamento distruttivo che fa male alla Sicilia, se ritengono di dichiarare guerra allora facciano dimettere i loro due assessori, tanto noi riusciamo a ricreare una maggioranza in 48 ore appena...». Miccichè ha comunque escluso che il neonato gruppo sia, in nuce, la base per la creazione del Partito del Sud: «Quella continua a essere una mia suggestione. Ma non è il Partito del Sud».
Alea iacta est, il dado è tratto. E costituisce pure un pericoloso precedente, visto che le tensioni interne al Pdl non riguardano certo soltanto la Sicilia. Che accadrà? Gelido il commento del coordinatore siciliano Giuseppe Castiglione, che ha annunciato il riassetto a livello provinciale del partito, ovviamente senza tener conto dei ribelli: «Oggi purtroppo - ha detto - si provoca una scissione, però ne prendiamo atto. Non c'era bisogno nel panorama politico di un altro partito. Da oggi radicheremo il Pdl in tutta la Sicilia, nomineremo i coordinatori provinciali, nomineremo il coordinamento regionale, organizzeremo i dipartimenti. Pdl Sicilia non è un acronimo utilizzabile, Pdl è del Popolo della Libertà».
Cauti e all'insegna della ripresa del dialogo i commenti a livello nazionale. Per il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, coordinatore del Piano Berlusconi per il Sud la frattura definitiva va scongiurata: «Occorre - ha detto - un'iniziativa politica forte che affronti le radici del malessere siciliano». Per il vicepresidente dei deputati del Pdl Italo Bocchino «perdere Miccichè sarebbe un errore. Bisogna trovare una via d'uscita, la rottura non serve a nessuno». Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli osserva che la nascita del Pdl Sicilia «è un caso isolato in una regione che comunque ha delle sue particolarità sotto il profilo politico e storico.

Non parlerei di tensioni, ma di disagio sì: non si può accettare di avere appendici regionali con lo stesso nome».

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