Cronaca locale

"Milano sott’acqua E' tutta colpa della burocrazia"

Podestà: "Il progetto per le opere anti esondazione è pronto dal 2007. I fondi ci sono ma sono bloccati"

"Milano sott’acqua 
E' tutta colpa 
della burocrazia"

Per risparmiare ai residenti della zona nord di finire sott’acqua a ogni temporale più violento della media ("ma la piena del Seveso di sabato scorso è stato un evento eccezionale che non si vedeva da novanta-cent’anni") potrebbero bastare "due anni". Lo assicura il presidente della Provincia Guido Podestà, prevedendo con un buon margine di certezza che l’allagamento della metropolitana gialla, la voragine nel cantiere della M5 in costruzione e la paralisi del traffico - leggi, le conseguenze dell’esondazione del fiume - non ci sarebbero state se si fosse già realizzata la soluzione trovata anni fa, precisamente nel 2007 quando il raddoppio del canale scolmatore nord-ovest è stato sostituito con due interventi ritenuti più efficaci: un potenziamento più limitato, da Senago al Deviatore Olona (costo 23,8 milioni), e una cassa di espansione (10 milioni) da realizzare nel Comune di Senago. Lo studio di fattibilità è del 2007, la Regione ha già impegnato 8,8 dei 23,8 milioni di euro necessari, il Cipe ha approvato l’intervento nel marzo 2009 ma la registrazione della delibera alla Corte dei conti non è ancora avvenuta, quindi i fondi sono bloccati. "La Provincia è tecnicamente pronta a procedere con progetto e appalti, ma potremo farlo solo dopo il trasferimento delle risorse, in parte congelate dalla manovra" precisa Podestà. Per accelerare le gare e mettere intorno ad un tavolo i Comuni ostili - in primis Senago che ha votato all’unanimità una mozione contro - "serve un commissario ad acta e mi auguro che sia nominato il governatore".
La Regione, conferma Roberto Formigoni, "ha stabilito nel 2007 come agire" ma la scorsa estate i fondi Fas (Fondo aree sottoutilizzate), con cui erano finanziate le opere sono stati bloccati dal governo. "Abbiamo programmato già da alcuni anni due interventi: il canale scolmatore di nord-ovest, finanziato con 23,4 milioni, e una vasca di laminazione a Senago, finanziandola con 10 milioni, due interventi strutturali e forti in grado di risolvere il problema del Seveso". Ma il finanziamento riferisce Formigoni è avvenuto attraverso fondi Fas che "il governo ci ha segnalato di fermare con la manovra di correzione dei conti pubblici di luglio. Vado chiedendo da prima dell’estate che si provveda a fare in modo che le Regioni virtuose possano usare il 100% dei fondi Fas. I due progetti sono già stati approvati e integralmente finanziati". Con lo sblocco, "la realizzazione delle opere può partire anche nei prossimi giorni". Sul disastro specifico del Seveso dei giorni scorsi invece, "servirà una ricostruzione molto precisa, per capire dove ci sono state falle e chi è il responsabile, credo che innanzitutto i tecnici del Comune saranno in grado di mettere in chiaro questi elementi".
Sul Comune pende l’accusa per ora sottovoce dalle altre istituzioni di un ritardo negli interventi dopo lo scoppio di un tubo dell’acqua potabile nel cantiere della M5 che, intersecandosi con la galleria della linea 3, sta causando lo stop del metrò da giorni: il guasto è stato scoperto solo alle 10 di domenica e andrà capito se è anche conseguenza di cattiva manutenzione.

Secondo Podestà comunque "va finanziato un sistema di allarmi che avvisi in tempi rapidi dell’ingrossamento di fiumi e canali".

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