Cronaca locale

Gli abissi pasoliniani e l'America di Capote

Al Menotti «Porcile» di Valerio Binasco, al Parenti la vita di un narratore controcorrente

Antonio Bozzo

Pasolini non ci lascia mai, anche a teatro. Al Menotti va in scena, fino al 12 febbraio, Porcile, con regia di Valerio Binasco, spettacolo che debuttò con ottima accoglienza al Festival di Spoleto. Dramma in undici episodi diventato film nel 1969 (famose le scene di Pierre Clementi cannibale), il testo è di folle atrocità e racconta di un mondo disperato, senza redenzione. Binasco ne ha tratto il filo della storia, vista attraverso le lenti della tenerezza. Il Pasolini che invece arriva al Franco Parenti, in prima nazionale (8-19 febbraio), è La nebbiosa, tratto dalla sceneggiatura di un film sui bassifondi di Milano che il poeta di Casarsa mai realizzò. La messinscena, di Paolo Trotti e Stefano Annoni (quest'ultimo anche interprete, con Diego Paul Galtieri), ci porta nella ruggente metropoli meneghina all'epoca del boom economico, quando impazzavano i teddy boys e crescevano i primi grattacieli. Senza lasciare il Parenti, lo spettatore può godersi Truman Capote, la vita del grande narratore che non fece mai sconti al suo Paese: l'America. Dal 7 al 12 febbraio, lo spettacolo di Massimo Sgorbani, con Gianluca Ferrato che nel monologo interpreta lo scrittore di Colazione da Tiffany, ci fa vedere gli Stati Uniti con gli occhi di un intruso capace di svelarne il marcio. Ancora Stati Uniti al Teatro Litta, con Nel buio dell'America, di Joyce Carol Oates (dal 7 al 19 febbraio), regia di Guenda Goria. Il lavoro affronta le storture dell'informazione, soprattutto televisiva, tema sempre attuale. Con una sorpresa: in scena, nel ruolo dell'intervistatrice, c'è Maria Teresa Ruta, vera conduttrice tv.

Dal 7 al 12, l'Elfo Puccini ha in cartellone la brava Stefania Rocca, protagonista di Scandalo, da Arthur Schnitzler, regia di Franco Però. Alla Cooperativa, Debora Villa affronta con potente carica ironica il Sogno di una notte di mezza età, dove Shakespeare non c'entra, ma il passare degli anni in una donna, con le nevrosi che ne conseguono, sì (dal 10 al 19 febbraio). Al Piccolo Grassi, appena lasciato da un grande Herlitzka con «Minetti», va in scena dal 7 al 12 Mister Green, incontro tra due generazioni interpretato da Massimo De Francovich e Maximilian Nisi. I due protagonisti si conoscono a causa di un incidente: il più giovane investe con l'auto l'anziano; condannato ad assisterlo per sei mesi, mentre si rimette, impara a conoscerlo e ad apprezzarlo, fino a diventarne inseparabile. Una commedia, di Jeff Baron, che ha avuto grande successo in tutto il mondo. Torniamo all'Elfo Puccini per Maryam, in Sala Fassbinder dall'8 al 12 febbraio. Lo spettacolo, nato dalla collaborazione del Teatro delle Albe di Ravenna con Gli Incamminati di Luca Doninelli, autore del testo (la regia è di Marco Martinelli), ruota intorno alla madre di Gesù. In scena, Ermanna Montanari la descrive attraverso la voce di tre donne che la videro uscire dalla grotta di Nazareth.

«A Maryam, o Maria» - ricorda Doninelli - sono devote anche molte musulmane».

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