Cronaca locale

«Adesso Palazzo Marino paghi i danni»

Chiesto l'immediato sgombero del cantiere: «Scellerato averlo approvato»

«Adesso il Comune non ha più scuse e deve eseguire la sentenza; abbiamo oggi stesso preso contatti con i legali di Palazzo Marino affinchè venga disposto l'immediato sgombero del cantiere di via Borgogna». L'avvocato Sandro De Bruno, legale della società Bryan & Barry, è già al lavoro all'indomani del verdetto del Consiglio di Stato che boccia in via definitiva il cantiere del parcheggio sotterraneo in San Babila. Quali saranno le prossime mosse, si chiedono i cittadini? «Intanto chiederemo al Comune il risarcimento delle spese legali che abbiamo dovuto versare alla prima sentenza del Tar. Poi valuteremo l'ammontare dei danni subiti da Bryan & Barry durante questi mesi, uno scempio che si poteva evitare con un po' di buon senso». E se Expo Borgogna Parking presentasse un nuovo progetto? «A questo punto il banco salta, perchè l'iter dovrebbe ricominciare daccapo e il Comune avrebbe il dovere di convocarci alla Conferenza dei Servizi: ma oggi più che mai ci opporremmo a questo progetto scellerato». L'avvocato De Bruno tira fuori il faldone degli atti raccolti in tutti questi mesi, compresi quelli che hanno evidenziato gravi irregolarità sia nel progetto sia nel piano economico. «Ai tempi in cui presentammo il ricorso al Tar denunciammo solo i difetti di istruttoria e la violazione da parte del Comune della legge 241/1990 sull'omesso coinvolgimento dei miei assistiti nella fase procedimentale. In seguito sono emersi fatti molto più gravi». Il riferimento è alle perizie che hanno evidenziato l'illegittimità del progetto in relazione alle norme di sicurezza, ma anche al piano economico approvato dalla convenzione con il Comune. «Un piano a dir poco insufficiente, asseverato da Banca Etruria prima del crac e le cui garanzie poggiano su una fidejussione fatta da una finanziaria di un Paese black list, non so se mi spiego... Ancora non ci capacitiamo su come il Comune possa averlo approvato». Ma a tagliare la testa al toro c'è un'altra sentenza che stabilisce la distanza di sicurezza minima di due metri degli scavi dalle fondamenta dei fabbricati. «Questa norma non è rispettata dal progetto, ma di questo è responsabile l'impresa che avrebbe avuto l'obbligo delle verifiche. E quindi il Comune povrebbe rivalersene, soprattutto quando Expo Borgogna Parking gli chiederà i danni, ahimè milionari».

MdM

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