Cronaca locale

Adrenalina e vertigini, il cinema sale in quota

Adrenalina e vertigini, il cinema sale in quota

Milano l'ha lanciato e lui va in alto. È il Banff versione nazionale. Il Film Festival dell'outdoor, quello mondiale, nato 40 anni fa nell'omonima cittadina canadese. Da noi è arrivato tre anni fa quasi in sordina e poco a poco ha conquistato prima gli ottomila, poi i novemila e ora viaggia verso i diecimila: spettatori. Quelli del suo tour italiano, che prevede 18 tappe.

Dopo i grandi successi di Torino e di Milano, giovedì 12 sarà la volta di Bergamo, ma il piano d'azione del Banff Mountain Film Festival World Tour Italy in Lombardia prosegue: ci sono infatti ancora le tappe di Saronno (23 marzo), di Lecco (24 marzo), Brescia (26 marzo) e Casatenovo (30 marzo).

È un film festival che ti porta in quota. Raggiunge la montagna. Cammina piano sui sentieri. Poi aumenta il ritmo. Sale veloce. Scende. Scia. Fa alpinismo. Si butta a perdifiato lungo un canalone ghiacciato. Scala. Arrampica. Usa la picozza e il cuore in verticale. Con la Gopro riprende e manda a tutto schermo. 12 filmati montati in una sequenza emozionante. A volte la colonna sonora è solo fatta da ruote grasse che scricchiolano pietre su un crinale da paura. Rec. Pausa. Play.

Milano si è emozionata e ha fatto eco: adrenalina e vertigini in contemporanea che ti fanno stare ancorato alla poltrona perché altrimenti voli via. Scie fuoripista (o fuori di testa?) con giovani vestiti in multicolor che bucano cieli blu con il parapendio. Gente che nella vita vuole collezioni di brividi. Perché tutto il resto, magari, ce l'ha già. Alcuni, e sono anche donne bellissime, modelle di muscoli ed armonia camminano a piedi nudi su un filo che pare un «appendino» per i panni, attaccato non sai dove fra una vetta e l'altra. Una pianta e un chiodo nella roccia nuda. In quota però.

Altri vivono su una mountainbike infangata, di quelle dalle ruote molto grasse. Sono giovani, esperti, donne, ragazzacci (anche quelli di una volta i pionieri dell'arrampicata libera degli anni 60 nello Josemity Park).

Alpinisti classici ed estremi: che per fare tutto ciò, prima, magari, hanno potuto apprendere qualche segreto dai grandi saggi della montagna. Come i Messner di ieri o i Simone Moro e i Tamara Lunger di oggi (i due alpinisti moderni in questi giorni si stanno allenando nella valle dell'Everest per tentare appena possibile il concatenamento degli ottomila del Manaslu). Come gli Hervé Barmasse, re moderno del Cervino, così moderno da essere anche fra i testimonial Expo di Milano.

Sono i grandi alpinisti di ieri e di oggi che guardano con simpatia a questi personaggi, perché l'alpinismo oggi è anche questo, meno avventura e conquista molto sport e adrenalina. Anche outdoor. E va bene così.

Purché ci sia cultura. Anche in video. Da apprendere. Diffondere. E sognare. Milano ha decisamente sdoganato il Banff facendo battere il suo cuore al Cinema Orfeo (che promette due giornate e non solo una per il prossimo anno!). Ma anche in Lombardia tutto avanza. Ed è lo spettacolo del Banff ad altitudini mai viste, finalmente anche da noi, dove è possibile godersi i migliori film presentati ogni anno alla rassegna canadese, in un tour italiano, che mandano in scena serate uniche con immagini spettacolari di imprese alpinistiche e sportive in ambienti fuori dall'ordinario, grandi spazi selvaggi, natura incontaminata e montagne.

È un festival giovane che non tradisce però un pubblico maturo, quello vero, autentico dell'alpinismo di casa nostra.

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