Cronaca locale

Allianz tra i fondatori del Teatro alla Scala Un accordo da 6 milioni

L'assicurazione diventa socio permanente della Fondazione. Verserà i fondi in 5 anni

Luca Pavanel

Il legame tra la lirica milanese e il mecenatismo diventa più forte: flash che fotografa il Piermarini su sponsor e finanziamenti. «Ora siamo secondi al mondo dietro al Metropolitan di New York per i contributi dei privati», così il sovrintendente Alexander Pereira nel ridotto dei palchi del teatro davanti ai giornalisti chiamati per l'annuncio dell'ingresso di Allianz Italia tra i fondatori permanenti della Fondazione Teatro alla Scala, che ha lo scopo di promuovere e sostenere l'ente e le sue iniziative. All'incontro il sindaco Giuseppe Sala, che ha fatto l'annuncio, il sovrintendente scaligero Pereira e i vertici della compagnia (l'ad Giacomo Campora e il direttore generale Maurizio Devescovi), insieme per spiegare l'operazione. Ma è anche un'occasione per toccare altri punti, come l'immagine del teatro nel mondo ora e nel futuro e quel che conviene fare, le ragioni del mecenatismo e ancora, di segno diverso, il fenomeno del bagarinaggio dei biglietti, un problema non da poco per il teatro ma non solo. La «prima» parola al sindaco.

«L'ingresso di Allianz Italia nella Fondazione rappresenta un nuovo elemento di forza per la nostra importante istituzione culturale - ha spiegato Sala - E consolida la presenza di questo storico gruppo internazionale nella nostra città». Allianz, dal canto suo, attraverso l'amministratore delegato Campora ha voluto ribadire il pensiero della compagnia e cioè che «le grandi istituzioni e investitori privati devono contribuire a mantenere e a sviluppare il patrimonio culturale dell'Italia». E in questo senso «noi siamo un gruppo che sente la responsabilità del ruolo sociale». Un po' di «storia».

Era dal 2011 che non entrava un fondatore permanente, l'ultimo fu Tod's. Da allora, viene spiegato, le cose sono migliorate, tanto che oggi «i contributi che pure si erano abbassati fino a toccare 17 milioni, adesso superano i 23,5 milioni con Allianz» ha spiegato il sovrintendente. Che inoltre ha sottolineato l'importanza del sostegno dei privati insieme a quello pubblico: «Colonne necessarie di uno stesso progetto che trova nella biglietteria il terzo fondamentale sostegno». Il teatro alla Scala «è divenuto il secondo teatro più importante del mondo per il supporto privato - ha spiegato - Il primo è il Metropolitan di New York appunto, ma lì c'è un sistema di tassazione differente. Su un bilancio di 125 milioni abbiamo 41 milioni di soldi pubblici, tra Comune, ministero e Regione. E dalla biglietteria abbiamo avuto 39 milioni di ricavi. Il che significa che abbiamo intorno più soldi privati che pubblici, cosa importante per la sopravvivenza del teatro. Ecco perché per noi ogni sostenitore conta più che in altri teatri del mondo».

E a proposito di biglietteria il sindaco a margine ha voluto toccare la questione spinosa del bagarinaggio: sulla biglietteria del teatro scaligero «si sono evidenziate problematiche e si è intervenuti con provvedimenti, anche con licenziamenti e con l'uscita volontaria di alcuni componenti». Di più: «È stato inoltre presentato un esposto alla procura perché siano compiute verifiche. La situazione non è tale da creare allarme ma proprio per questo bisogna intervenire tempestivamente». Dulcis in fundo una considerazione da parte di Sala sui trasferimenti del prossimo governo sulla cultura: intanto «è opportuno che il Piermarini sia considerato dal governo un elemento di forza». Poi «sto già chiedendo garanzie. Attualmente i contributi pubblici sono appunto di 41 milioni, fra Comune, Regione e ministero, ed è un livello sotto il quale è difficile andare.

Anche perché Pereira in questi anni ha aumentato il numero delle rappresentazioni e le alzate di sipario e così la macchina costa di più».

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