Cronaca locale

"All'Idroscalo una targa per Cadeo"

L'ex presidente del consiglio provinciale Caputo chiede a Sala un ricordo del conduttore

"All'Idroscalo una targa per Cadeo"

Mancherà molto Cesare Cadeo. A chi non lo conosceva di persona perché rappresentava uno dei volti probabilmente più noti e insieme veramente «amici» della televisione intesa come famiglia e con un immancabile tocco di signorilità. E mancherà a chi ha lo ha avuto come fratello, collega, compagno di tifoseria (era un milanista sfegatato) o avversario politico (è stato assessore provinciale allo Sport) perché è davvero difficile raccogliere così tante manifestazioni di affetto sincero e di dispiacere autentico. Per la scomparsa di un uomo descritto all'unanimità come «innamorato della vita».

Dal fratello Maurizio, già assessore comunale durante la giunta Moratti, lo dividevano appena 14 mesi. «Lui era il maggiore. Siamo cresciuti insieme e siamo sempre stati legatissimi - ci racconta affranto -. Ha lottato per due anni come un leone contro una malattia che non perdona, si era sottoposto alle cure con coraggio, ma gli ultimi due mesi sono stati terribili. Voglio ricordare non solo che nella vita professionale era un vero gentleman, ma che era un uomo sincero, che non ha mai indossato maschere, ne in pubblico ne nel privato. La sua ultima fatica è stata una ricerca culturale e musicale insieme concretizzatasi in un cd prodotto dalla Fondazione Cariplo nella quale Cesare faceva parte della Commissione Centrale di beneficenza e il cui titolo riassume molto del suo pensiero: L'amore perduto (perché non basta un emoticon). I testi poetici sono affiancati a quelli di canzoni note: mio fratello era un uomo dal pensiero libero, profondamente convinto che la musica aiutasse a comprendere la verità. Il ricavato delle vendite sarà naturalmente devoluto in beneficenza».

Chi ci racconta un Cesare Cadeo a 360 gradi è sicuramente Bruno Dapei, 50 anni, direttore dell'Osservatorio metropolitano e ultimo presidente del Consiglio provinciale. E che quando incontrò il conduttore televisivo, nel suo primo mandato a palazzo Isimbardi, negli anni '90, era il più giovane dei consiglieri in carica. «All'inizio l'opposizione lo stuzzicava perché credeva non fosse all'altezza, ma Cesare divenne da subito stimatissimo. Noi? Cominciammo con una discussione animata, quindi nacque un'amicizia profonda. Lo ricordo come un visionario, un grande idealista, ma anche pieno di senso pratico. Resuscitò letteralmente l'Idroscalo che grazie a lui, da immenso acquitrino da cui i milanesi si tenevano volentieri alla larga, si trasformò in un luogo pieno di appeal. Fu lui a inventarsi «l'Idropark Fila», una sponsorizzazione generosissima che salvò l'Idroscalo. Dopo l'esperienza in Provincia ci incontravamo con i vecchi colleghi in quello che chiamavamo Club della Bistecca. Grande professionista della tivù, cantava benissimo e declamava poesie: quando penso al suo Luci a San Siro che intonò una sera tra amici, mi vengono ancora i brividi...Così come rido quando ricordo i suoi racconti: lo sapete che fu lui il primo mezzobusto del tigì delle reti berlusconiane? Ma il Cavaliere gli disse chiaramente di non farsi illusioni in tal senso, spiegandogli che stava tentando in ogni modo di convincere Alain Delon!».

Roberto Caputo, 67 anni, ha dedicato la vita alla politica. Ora fa il blogger e scrive noir di successo. Già assessore al Comune di Milano, conobbe Cadeo quando diventò presidente del Consiglio provinciale. «Cesare era stupendo, sia umanamente che dal punto di vista istituzionale, aveva ottimi rapporti persino con l'opposizione - puntualizza -. L'Idroscalo versava in condizioni drammatiche. Lui, da assessore, gli ridiede vita e prestigio sistemando il verde, l'acqua, la sicurezza, creando nuovi impianti sportivi. È per Cesare che il parco, in collaborazione con Brera e il Museo della Permanente, è diventato un'esposizione di arte a cielo aperto, con importanti sculture. Ed è per questo che chiedo al sindaco Sala, che è sindaco anche della Città Metropolitana e quindi della ex Provincia, di ricordare Cesare proprio in quel percorso monumentale, all'Idroscalo, nel suo parco, con qualcosa che ne commemori la vita.

Come merita».

Commenti