Cronaca locale

Amazon, il supermercato web: la spesa su app arriva in un'ora

A Milano il nuovo servizio, ma dal 2016 anche in altre città Comprare cibo sarà possibile tutti i giorni dalle 8 alle 24

Un mondo che va di corsa. Sempre connesso. Senza smartphone. O tablet. Si è fuori. Fuori dalla città che non concede soste. Dai ritmi indiavolati. Fatti di fibre, più che di ore. Il tempo non serve. Non conta. L'era delle video telefonate. Video conferenze. Skype. E app. È una giostra da cui non si scende. Neppure per fare la spesa. Quel carrello che scivola impertinente fra le corsie di un supermercato è un obsoleto contatto con un'era d'altri tempi. Un'epoca finita l'altroieri. Ma già così lontana, che paiono millenni.

Addio alla monetina da un euro per sganciare la ferraglia dove riporre frutta, verdura e quant'altro. E addio ai posteggi con quelle code da sabato pomeriggio che fanno tanto anni Settanta. Fuori dall'Esselunga. In fila. Nel traffico degli improperi. E nello scarico dei sacchetti, puntualmente in crisi di rottura. La frattura con il passato si chiama Amazon e finora ha venduto su internet ogni bendidio, tranne il cibo. Bastava un clic. Ora cade anche questo diaframma.

Un nome inglese che fa tanto oddissea nello spazio e nel tempo. Ma nasconde le «volgarissime» provviste per la cena. «Prime now» è la app disponibile sul cellulare per fare la spesa senza... fare la spesa. Dalle 8 alle 24 è sempre connesso. Come i suoi clienti. Sette giorni su sette. Un conto totale di almeno 19 euro e il recapito a domicilio in un'ora è garantito. La fretta esasperata costa. È un lusso. Chi non può aspettare dovrà rassegnarsi a pagare la spedizione 6,90 euro. Altrimenti è gratis. Pasta. Pannolini. Prodotti per l'igiene. Vino. Caffè. E altri segreti del buon mangiare e bere arriveranno in un paio d'ore al citofono.

Ad ogni invio dell'applicazione, nel magazzeno della Bovisasca suona una campana. I settanta addetti scattano come soldatini per mettere a punto l'ordine. La rutilante città dei senza pause è anche loro. Un furgone attende il carico - in casi di pacchi meno voluminosi basterà un motorino - e poi via a destinazione. Milano come Manhattan. E come Londra. Le uniche città che Amazon ha già piegato alla sua super distribuzione dei «sempre connessi». E dal 2016 altre città d'Italia e altri supermercati dello Stivale dovranno fare i conti con il business a stelle e strisce che sembrava lontano anni luce. Fino a ieri.

Vendeva libri. A proposito, a Seattle l'azienda apre una libreria tradizionale. Commessi in carne e ossa. E zero clic. Sotto la Madonnina anche i surgelati corrono fra i byte. Cinque congelatori e nove frigoriferi contengono alimenti di ogni sorta. Pronti per l'imballaggio. E per approdare in altri elettrodomestici del gelo. Quelli che abitano ogni cucina.

«Prime now» ha dato scacco agli Stati Uniti. Walmart non ride. A Boston, Los Angeles, Washington e una ventina di altre metropoli, Amazon ha vinto. La spesa si fa con un colpo di app sul cellulare. Dopo Milano - che significa anche l'immediato hinterland come Cinisello, Paderno e Corsico - toccherà alle altre città. Includendo best seller. Videogiochi. Attrezzatura sportiva. E perfino i giocattoli della nonna. Un po' vintage. Un po' d'antan. Pronti a tornare di moda. Ma così suggestivi di un passato crepuscolare. Eppure. È il mondo senza requie dei sempre connessi. Quelli che fare la doccia è di sinistra. Sosteneva Gaber. Ma non importa. Fare il bagno nella vasca richiede troppo tempo. E, per comprare da mangiare, Amazon sfida Esselunga e Pam. Vuol batterli. Sul tempo.

Che poi sia di destra o di sinistra poco importa.

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