Cronaca locale

Ambrogio prefetto rivive con il discorso di Delpini

Il vescovo: «Alleanza di uomini e donne di buona volontà». Alle istituzioni: «Baluardo delle regole»

(...) anche una pattuglia di politici: dai pd Fabio Pizzul e Pierfrancesco Majorino a Raffaele Cattaneo di Ap fino all'azzurro Fabrizio De Pasquale.

«Un'alleanza di uomini e donne di buona volontà per difendere il bene comune» piena di dolcezza ma senza buonismo. Chiede spazio per la «convivenza» e per la «legalità», per la «solidarietà» e per il contrasto a «chi crede di avere solo diritti», contro i «ghetti» e in difesa dei «piccoli negozi di quartiere».

Non sembra un caso se sant'Ambrogio, che si festeggia, è ricordato come il funzionario imperiale che «ha svolto così bene il suo compito di rappresentare l'istituzione civile da essere desiderato nel ruolo di vescovo dentro l'istituzione ecclesiastica». Arrivano parole dirette che non è comune ascoltare da un pulpito.

«Abitare nello stesso territorio o nello stesso condominio, non garantisce circa la predisposizione ad essere buoni vicini» ammette senza sentimentalismi e anzi «vivere vicini può essere anche una spiacevole coincidenza». L'arte del buon vicinato consiste di «piccoli gesti», come «uno sguardo libero dal sospetto e dal pregiudizio», «il saluto e l'augurio», «il rispetto e l'attenzione» ma anche «una spontanea vigilanza sull'ambiente», senza contare su «una porta blindata». Parla del fisco: «Pagare le tasse non può significare rassegnarsi all'estorsione». Propone a tutti di donare la «decima» di quel che facciamo e guadagniamo, secondo l'insegnamento della Bibbia.

Prospettive possibili. Delpini tesse con foga l'elogio delle istituzioni, «degli onesti e dei competenti, dei generosi e dei coraggiosi», dei militari di «Strade sicure», di coloro che garantiscono la «solidarietà» e fanno andare avanti la città. Ma gli ostacoli non mancano. E «le istituzioni sono chiamate a impegnarsi per ascoltare le paure, comprenderne le ragioni e sradicarle».

Paure concrete, tra le mura e le vie. «La serenità della convivenza e la pratica del buon vicinato sono seriamente compromesse se la casa è un problema e l'occupazione delle case è praticata con arroganza» dice alludendo al racket delle case popolari, Serenità impossibile «se la strada è insicura, se il vizio è pervasivo e la sua diffusione è tollerata, se la prepotenza di qualcuno prevarica sui diritti degli altri, se la proprietà non è rispettata». È un richiamo alla legalità: «Il dovere delle istituzioni è di essere baluardo delle regole».

La proposta della Chiesa ambrosiana è «un'alleanza» «che rende desiderabile la convivenza dei molti e dei diversi. «Le istituzioni sono chiamate ad allearsi per favorire quello sviluppo dei legami sociali che fanno dell'alveare degli eremiti la casa comune». L'arte del buon vicinato è un po' il contrario della sconsolata profezia di Montale: «Milano è un enorme conglomerato di eremiti».

Sabrina Cottone

Commenti