Cronaca locale

Anche il pupillo di Pisapia boccia il piano moschee

Il quartiere dice no al progetto comunale per i nuovi luoghi di culto E il presidente di Zona (Sel) spiega: «Quei 5mila metri sono troppi»

Anche il pupillo di Pisapia boccia il piano moschee

Piano bocciato. Tutti i quartieri sono in subbuglio per il piano moschee, anche il Gallaratese - finora il più tranquillo fra quelli interessati dal progetto comunale. E dentro Palazzo Marino, stavolta, l'opposizione fa davvero male perché non arriva dal centrodestra: sono proprio i compagni che sollevano dubbi e resistenze, tanto da mettere nero su bianco il loro «no».

Succede nel Consiglio di zona 8, dove è stata votata una delibera sul piano (elaborato dall'assessore Pierfrancesco Majorino) che prevede la concessione dell'area finora occupata dal Palasharp, la tensostruttura in cui dal 2008 si riuniscono a pregare, il venerdì, i fedeli del centro islamico di viale Jenner. Il terreno di Lampugnano è stato individuato dal Comune insieme ad altri due, che si trovano in via Marignano (zona San Donato) e in via Esterle (zona via Padova).

Il «no» del Consiglio di zona 8 è contenuto in una delibera scritta e votata dalla maggioranza di centrosinistra guidata da un giovane e brillante esponente di Sinistra, Ecologia e Libertà, Simone Zambelli. E il trentenne presidente di Zona non si nasconde dietro un dito: «La creazione di luoghi di culto - premette - non l'abbiamo mai messa in discussione, per noi è sancita dalla Costituzione oltre che dal buon senso. Ma, a nostro avviso, i 5mila metri proposti per via Sant'Elia non vanno bene». In effetti a Lampugnano si prevede che siano concessi 5mila metri quadrati mentre per le altre due aree le superfici sono più contenute: la prima area si trova in zona 4 ed è di 3.400 metri quadri. La seconda, un edificio di via Esterle, ha una superficie di 1.490 metri. Numeri molto diversi dunque. E prospettive diverse. Per Lampugnano, inoltre, c'è un progetto presentato dal coordinamento dei centri islamici che prevede, oltre agli spazi di preghiera, altri servizi pubblici come una biblioteca, un auditorium, un ristorante e quattro aule per complessivi 120 posti.

Nel quartiere e in Zona hanno in mente un'altra cosa. L'ex consigliere comunale Enrico Fedrighini ha spiegato che «nell'area potrà eventualmente sorgere solo un piccolo luogo di culto, in linea con quanto avviene nelle moderne città europee, non grandi edifici che poi trasformano il volto di interi quartieri, ma piccoli centri diffusi». L'opposizione l'altra sera è uscita dall'aula al momento del voto, l'Ncd ha votato contro. Il centrodestra, che in Comune è schierato compattamente contro il piano, è tutt'altro che dispiaciuta per il voto. Il giorno dopo Majorino ha partecipato a un'assemblea molto partecipata: «Un'assemblea vera - precisa Zambelli - senza truppe cammellate, con voci diverse, tante critiche, altre di segno diverso». «La delibera - spiega Zambelli - raccoglie le proposte di tutto il Consiglio. Il Gallaratese è un quartiere storicamente capace di grande accoglienza. Noi - aggiunge Zambelli - chiediamo che l'area non superi quella attualmente occupata dal tendone. Chiediamo al Comune questa correzione prima di emanare il bando. Abbiamo in mente tanti piccoli luoghi. Anche nel centrodestra qualcuno lo ha proposto in passato.

Poi quella proposta è stata osteggiata o non attuata».

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