Cronaca locale

Anti-moschee, udienza fissata. L'islam scalpita

Il verdetto sulla legge regionale in piena campagna elettorale

Anti-moschee, udienza fissata. L'islam scalpita

Sarà una miccia innescata sulla strada della campagna elettorale. La sentenza sulla legge regionale anti-moschee dovrebbe arrivare nel momento della massima contrapposizione (anche su questo tema) fra centrodestra e Pd. È stata fissata infatti al 23 febbraio l'attesa udienza che la Corte costituzionale dedicherà alla contestata legge varata al Pirellone. E l'esito del verdetto sarà decisivo: potrebbe determinare un via libera al piano comunale per realizzare due luoghi di culto islamici in città, o al contrario sancire la piena e definitiva validità delle norme studiate al Pirellone, che rendono (oggettivamente) più difficoltosa l'apertura di moschee.

Il ricorso contro il provvedimento regionale è stato presentato niente di meno che dal governo nazionale, dopo essere stato invocato da tutta la sinistra, schierata a difesa delle comunità islamiche, desiderose di aprire luoghi di culto più grandi e regolari. «Effettivamente commenta Viviana Beccalossi, assessore regionale all'Urbanistica e territorio, ispiratrice della legge - siamo a un punto di svolta. Da una parte la Lombardia che impone procedure puntuali e inequivocabili. Dall'altra l'impugnativa di Renzi e dei suoi ministri che hanno deciso di fermare il nostro tentativo di regolamentare, con una normativa che guarda anche e soprattutto alla sicurezza dei cittadini, la realizzazione di nuovi luoghi di culto». «Premettendo che, da sempre, ho dimostrato rispetto e fiducia nelle decisioni della Giustizia Italiana spiega l'assessore - non posso esimermi dal sottolineare che qualunque sia la decisione della Corte costituzionale, la stessa avrà effetti forti sulla campagna elettorale, soprattutto a Milano». «Mi sembra - aggiunge - che i candidati alle primarie del centrosinistra non abbiano dubbi portando avanti un sì ai minareti all'ombra della Madonnina senza se e senza ma». La legge prevede procedure urbanistiche particolari per realizzare luoghi di culto, requisiti che - secondo il Pirellone - al momento non sarebbero rispettati nel piano messo a punto in Comune. Anche per questo - lo ha ammesso l'assessore pd Pierfrancesco Majorino - le aree per realizzare moschee non sono state ancora assegnate.

Le associazioni islamiche intanto scalpitano. E chiedono che il Comune proceda all'attuazione del bando assegnando i terreni (uno è l'area finora occupata dal Palasharp a Lampugnano, l'altro è in via Esterle). «Più di un anno fa - ha scritto il coordinatore dei centri islamici Davide Piccardo - ci incontravamo per realizzare il progetto per la moschea di Milano. Oggi abbiamo vinto il bando del Comune di Milano e abbiamo nel cassetto un'assegnazione provvisoria. Assegnazione provvisoria da 4 mesi.

Siamo cittadini in attesa di un diritto e non capiamo il perché».

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