Cronaca locale

Anziani, poveri e soli. Ecco gli inquilini delle case popolari

L'allarme del presidente MM Corritore: "Troppi centenari, i conti non tornano". Il 67,5% ha più di 65 anni, il 40% è single

Anziani, poveri e soli. Ecco gli inquilini delle case popolari

«Troppi ultracentenari. Qualcosa non va». Così il presidente di Mm Davide Corritore ha spiegato la «situazione di caos» dei dati a disposizione dell'ente sugli inquilini degli alloggi del Comune. «Stando ai dati che abbiamo ereditato da Aler - spiega Corritore - nelle nostre case risulta abitare un numero spropositato di ultracentenari: un numero talmente elevato, rispetto alla realtà della popolazione milanese, che evidentemente qualcosa non va». Tradotto: se nel 2013 all'anagrafe risultavano 633 residenti con oltre un secolo alle spalle, Mm, che dal primo dicembre gestisce i 28mila alloggi comunali al posto di Aler, ha scoperto che ben 323 ultracentenari risultano titolari di contratti. La metà di tutti gli over 100 milanesi? Un po' improbabile. Se spesso si parla di parenti o persone in subaffitto che non denunciano la morte degli anziani per tenersi l'alloggio low cost, questo dato rende il fenomeno evidente.

Dalla fotografia scattata da MM dei 50mila inquilini emerge l'identikit dell'abitante-tipo: la dimensione media del nucleo famigliare è di 1,96, anche se il 37,7% vive da solo, con un capofamiglia over 65 nel 67,5% dei casi (il doppio rispetto alla media cittadina), pensionato e con un'anzianità abitativa molto elevata (34,1 anni). Delle 9.400 famiglie mononucleari, infatti, 2.300 sono formate da un anziano tra i 64 e i 74 anni e 5mila da ultra 75enni. Altri elementi che emergono dalla ricerca sono che solo uno ogni cinque capofamiglia lavora (il 18,7%), contro un 66,3% di pensionati, un 9,6% di casalinghe e un 5,4% di disoccupati o studenti.

A questo proposito l'assessore alla Casa del Comune Daniela Benelli non ha perso occasione di polemizzare con Aler: «Aler si illude di potere risolvere i suoi problemi di bilancio con il piano vendite straordinario, ma da questo sondaggio emerge ancora più chiaramente che gli inquilini delle case popolari non si possono permettere di comprare il propio alloggio. Non solo, la mobilitò forzosa per chi non aderisce creerà ulteriori problemi sociali, oltre a sottrarre appartamenti al patrimonio di edilizia residenziale pubblica».

Infine, nella lista delle priorità richieste al nuovo ente gestore primeggia la manutenzione, seguita dalla videosorveglianza e dai controlli amministrativi. Solo quarto il tema dell'allontanamento degli abusivi. Due giorni fa il Pd ha lanciato la campagna di «liberazione dei quartieri MM e Aler dai delinquenti». Al grido di «basta buonismo che dice “viva le libere occupazioni” e non si accorge che difende i delinquenti» il principale partito di maggioranza ha voluto colpire, non troppo velatamente Sel e al «suo» assessore alla Casa (Benelli), che finge di non sentire: «Il Pd ha affermato un bisogno di legalità, a cui ho lavorato bene in questi anni con l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli. È esattamente quello che stiamo facendo sugli abusivi - risponde -. Se qualcuno delinque nelle case popolari è già previsto nel contratto che il gestore ha il diritto di allontanare l'inquilino che vi compie reato. Ma bisogna considerare che ci sono anche molte persone che hanno gli arresti domiciliari negli alloggi del Comune: come facciamo a toglierglieli?». Benelli ha ricordato l'importanza degli interventi in flagranza per bloccare le nuove occupazioni: «Se non si arresta il fenomeno è difficile occuparsi di chi è già nelle case» e in questo «il nuovo gestore sta facendo la differenza nel difendere la legalità». «Sulle case popolari c'è ancora un tabù che trovo singolare: tutti coloro che hanno un alloggio hanno un'assegnazione che nei fatti è vitalizia - si smarca Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel -.

Anche se cambiano la loro situazione patrimoniale restano nelle case popolari, togliendo il diritto a chi ne ha bisogno».

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