Cronaca locale

"Armati per il corteo del Primo maggio" Condannati No Expo

Pena di otto mesi a due antagonisti francesi trovati con coltelli, martelli e anche una sega

"Armati per il corteo del Primo maggio" Condannati No Expo

Un coltello Opinel, un coltello svizzero, un coltello con manico in legno, un cacciavite, una sega, tre martelli: li avevano con sé, nella propria Peugeot e addosso, due giovani francesi fermati a Milano a poche ore dalla manifestazione del Primo maggio 2015. Quella in cui il centro città venne messo a ferro e fuoco dai No Expo. Ieri i due imputati sono stati condannati a otto mesi di carcere per il reato di porto di armi od oggetti «atti ad offendere» dalla Sesta sezione del Tribunale. Il giudice Raffaele Martorelli non ha concesso ai giovani le attenuanti generiche né la sospensione condizionale della pena. Sono stati assolti invece «perché il fatto non sussiste» dall'accusa di fabbricazione o detenzione di materiale esplodente.

Davanti ai giudici erano finiti, dopo la richiesta di rinvio a giudizio del marzo 2016 firmata dal pm Enrico Pavone, Sylvain Bonneau, 31 anni, e Aurelien Wagner, 28. Entrambi difesi dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini. Nei giorni precedenti alla manifestazione violenta contro l'inaugurazione di Expo le forze dell'ordine bloccarono numerosi anarchici venuti da tutta Europa per partecipare al corteo. Alcuni di loro avevano oggetti che potevano essere utilizzati come armi o materiale che poteva essere usato per fabbricare molotov. Tra i fermati e perquisiti il 29 aprile 2015, anche Bonneau e Wagner. Per la prima accusa, quella di detenere materiale esplodente, lo stesso vpo (vice procuratore onorario) che ha condotto il processo aveva chiesto l'assoluzione. Nell'auto dei due ragazzi, con targa francese, erano stati sequestrati: una tanica da venti litri «emanante forte odore di benzina», un recipiente di detergente per vetri, quattro pezzi di stoffa - si legge negli atti dell'inchiesta - «utilizzabili per inneschi per ordigni incendiari tipo molotov», due imbuti anche questi che puzzavano di benzina, un gomitolo di spago. Per la Procura, tutti gli oggetti «servivano alla composizione e fabbricazione di materie esplodenti e/o infiammabili, quali bottiglie molotov».

Non dello stesso avviso, su questo punto, il giudice. Che ha depositato le motivazioni della sentenza al momento della lettura. E che non ha considerato gli utensili utili a fabbricare bottiglie incendiarie da lanciare durante la protesta. Allo stesso modo aveva deciso ormai quasi un anno fa l'Undicesima sezione per un 28enne tedesco, Frank Steinmetz, fermato il 28 aprile 2015. Su un'auto «presumibilmente in uso» del giovane c'erano oggetti che potevano far male, benzina, carta assorbente, carta igienica, volantini anarchici. Il giovane era stato assolto anche dall'accusa di detenzione di armi. In un caso perché, secondo il giudice, «per qualità e quantità» il materiale non era «idoneo» a confezionare molotov. Nell'altro, perché la macchina in cui è stato fatto il sequestro non era di suo proprietà.

Per i fatti del Primo maggio, in particolare per l'accusa più grave di devastazione, nessun No Expo è stato fin qui condannato. A uno dei quattro antagonisti italiani processati nei mesi scorsi era stata inflitta una pena in primo grado. Ma il reato di devastazione è stato definitivamente cassato dalla corte d'Appello. In secondo grado i quattro sono stati invece condannati per resistenza e travisamento.

Sempre per il reato maggiore infine il pm Piero Basilone sta per chiedere il rinvio a giudizio a carico di cinque No Expo greci, anche se Atene ha negato la loro estradizione.

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