Cronaca locale

In arrivo altri mille profughi Posti a rischio per i senzatetto

In città nei prossimi mesi i migranti di Como e Ventimiglia Così serviranno nuovi letti per il piano freddo del Comune

Sabrina Cottone

La quiete prima della tempesta? Nella notte tra domenica e lunedì sono arrivati alla Stazione Centrale 113 migranti, il minimo storico di quest'estate. Eppure la situazione difficile è sotto gli occhi, le previsioni non sono rosee e a preoccupare è anche il fatto che l'altra notte dieci persone arrivavano da Como. Non sono moltissime, ma gli operatori li considerano i primi segnali di resa dei profughi bloccati al confine con la Svizzera che hanno perso le speranze di riuscire a varcare le frontiere e lasciano la città sul lago in direzione Milano. Non più solo terra di passaggio, ma destinazione finale.

Nei giorni scorsi il Times ha parlato di mille persone che potrebbero arrivare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. «Se si presenteranno qui sarà un disastro» la previsione dell'assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino. Il conto è presto fatto: 500 uomini e donne che hanno lasciato i loro Paesi stazionano a Ventimiglia e altre 500 a Como. Di fronte alle frontiere chiuse, avere come destinazione Milano si prevede che diventi una specie di ritorno obbligato per chi voleva andare altrove e non riesce.

A Como sarà pronta il 10 settembre una caserma da 300 posti che sarà gestita dalla Croce rossa. Ma i volontari che sono andati alla stazione per i primi aiuti hanno già potuto constatare che i profughi non vogliono lasciare la stazione. Sperano ancora di raggiungere la Svizzera. Domenica scorsa sono saliti in cento su un treno in direzione Chiasso, ma la polizia li ha subito fatti scendere. Lasciare l'Italia è un sogno che sembra diventare ogni giorno più impossibile e Milano appare come il miglior ripiego.

La città accoglie 3mila persone che arrivano spontaneamente dal 2013. Anche se è brutto parlare delle storie e delle vite come se fossero numeri, sono oltre la quota prevista dalla ripartizione delle prefetture. E se gli arrivi aumenteranno come in molti temono, la città a novembre si prepara ad affrontare una vera e propria emergenza. Quando scatterà il piano freddo, molti dei 2.700 posti destinati ai senza tetto risulteranno occupati dai profughi che sono rimasti a Milano. L'Opera San Francesco, i City Angels, Fondazione Arca sono al lavoro con Comune e prefettura per trovare soluzioni che al momento non sono ancora definite.

La Caserma Montello di piazza Firenze potrà ospitare due o trecento persone. Un numero ben lontano dal poter risolvere la situazione attuale, tanto più se si aggraverà ancora, rendendo sempre più complicato organizzare un'accoglienza dignitosa per chi arriva a chiedere asilo o ha addirittura già ottenuto lo status di rifugiato.

C'è poi una situazione paradossale che complica ancora la crisi. Chi ottiene lo status di rifugiato (e sono molti di loro a vivere nei luoghi per senzatetto) entro tre giorni deve lasciare i centri di prima accoglienza. E si ritrova così senza casa, senza cibo e senza lavoro. Ricorrere allo Sprar è un privilegio per pochi: ci sono solo 400 posti per tremila profughi.

Un autunno non facile per chi cerca rifugio a Milano.

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