Cronaca locale

Assalto alle cattedre, dal Sud 7 precari su 10

Ancora una volta Milano miraggio dai precari della scuola del Sud. Gente che non trova il posto vicino a casa in cerca di fortuna al Nord, disposta ad affrontare disagi pesantissimi pur di garantirsi uno stipendio. Una tendenza questa volta agevolata dalle «code» delle graduatorie appena pubblicate dall’ufficio scolastico provinciale, vale a dire l’elenco dei precari già iscritti in altre graduatorie che hanno avuto la possibilità di presentare domanda di supplenza anche in altre graduatorie. E Milano appunto è stata la provincia di gran lunga preferita. Perché qui notoriamente ci sono più posti a disposizione per le supplenze. Così oggi ai 16mila iscritti negli elenchi per le nomine nelle scuole milanesi si aggiungono altri 20mila aspiranti a un posto che, secondo un’analisi dei sindacati provengono al 70 per cento dal centro sud. Questo in particolare alle elementari. Qui risultavano giù iscritti 3.837 precari, e nella «coda» se ne contano 6.107. Nelle materne ai 4.476 si aggiungono le domande di altri 5.733 precari. Ma sia pur in dimensioni diverse la tendenza si conferma anche per le medie e le superiori. Alcuni esempi alle medie: «code» di 1.422 precari per lettere, 949 per inglese, 621 per educazione fisica. Superiori: 1.510 materie letterarie, 963 per inglese, 637 per italiano e latino. Si tratta in verità di tentativi di avere un posto con scarse possibilità di successo. Dalla prossima settimana, infatti, avranno inizio le operazioni che riguardano le immissioni in ruolo di appena 500 precari, mentre per le assunzioni a tempo determinato saranno a disposizione 5.000 posti. A questi posti potranno accedere i precari presenti nelle graduatorie. Ma la priorità va a coloro che si erano iscritti prima delle «code». Fatta eccezione per le supplenze di sostegno agli alunni disabili per cui le graduatorie milanesi degli abilitati non basta per coprire tutti i posti. Ma per arrivare a questi posti si fa di tutto. Basti pensare al vero e proprio mercato di masters e corsi di specializzazione seguiti pagando rette milionarie per acquisire qualche punto per progredire nelle graduatorie, Oppure, ancora peggio, alle autocertificazioni sui servizi svolti basati su documenti falsi. Autocertificazioni che andrebbero verificate dai dirigenti scolastici delle scuole dove si riesce ad ottenere una supplenza, e quando ciò avviene (in verità ancora raramente) si scoprono gli «altarini». Alla procura della Repubblica di Milano sono già depositate le denunce presentate lo scorso anno scolastico dal direttore scolastico provinciale Antonio Lupacchino riguardanti 30 casi di certificazioni false. Tutti casi di insegnanti provenienti dal Sud, in particolare dalla Calabria. In ogni caso anche nelle situazioni regolari abbandonare tutto per trasferirsi in una città come Milano, dove oltretutto il costo della vita è ben superiore a quello a cui si è abituati al paese d'origine, rappresenta un'esperienza durissima da sostenere. Un sacrificio che si sopporta solo nella speranza di guadagnare titolo per tornare al più presto al Sud.

E lasciare aperta la strada per altri precari.

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