Cronaca locale

Atm: «Il sistema è sicuro Lavoriamo sulle frenate»

I vertici ammettono il problema nel blocco automatico: «Falsi allarmi in 70 casi su cento»

Cristina Bassi

«Anomalie fisiologiche» del sistema di rilevazione, frenate di emergenza «troppo intense», informazioni che fanno scattare i blocchi di sicurezza che sono sbagliate nel 70 per cento dei casi. I nodi delle «frenate fantasma» della metropolitana vengono al pettine. Dopo l'ennesimo incidente capitato sabato, con otto feriti non gravi e un'anziana con una gamba rotta, la Procura ha aperto un'inchiesta. E Atm ha convocato una conferenza stampa di domenica mattina cui hanno partecipato il dg Arrigo Giana e una decina di dirigenti e capi settore. «È doveroso fare chiarezza - esordisce Giana, che si è scusato con i passeggeri coinvolti -, spiegheremo nei dettagli e senza ambiguità ciò che è successo».

La premessa: «Il nostro sistema di trasporti è completamente sicuro. Lavoriamo su rigidissimi standard internazionali. Il meccanismo ha sempre reagito in modo corretto. Individua un rischio e interviene di conseguenza». Con la frenata o con altri accorgimenti. Quindi perché gli incidenti con feriti sono così frequenti (50 nell'ultimo anno e mezzo circa)? «Il problema - ammette il dg - è l'intensità della frenata. E su questo stiamo lavorando da tempo con il produttore, Alstom. L'obiettivo è rendere più morbide le frenate, nei casi in cui il blocco repentino non si rende necessario. È una questione che non sottovalutiamo». Va aggiunto che nei treni di nuova generazione le frenate sono ancora più intense. Ma a fianco del nodo delle frenate troppo brusche, ce n'è un secondo, emerso proprio a proposito dei fatti di sabato. Quando il sistema ha rilevato e segnalato un «rischio potenziale» nel tratto di binario che separava il treno dalla stazione di Cadorna. Ha «visto» un ostacolo insomma. Il meccanismo di sicurezza ha ordinato una decelerazione. Il treno non ha fatto in tempo ad arrivare in prossimità della stazione alla velocità raccomandata di 30 chilometri orari. Andava a 32.69 chilometri orari e dunque a settanta metri dalla banchina è scattato, in automatico e «correttamente», il blocco brusco. Il pericolo rilevato però era inesistente: il segnale lanciato era sbagliato. Ma nei casi in cui alla base della frenata c'è un segnale di «rischio potenziale», quanto spesso si tratta di falsi allarmi invece che di pericoli reali? Nel 70 per cento degli episodi dei mesi recenti, spiega Atm. Che aggiunge come all'origine dei blocchi d'emergenza non giustificati ci siano stati in passato altri fattori. Ad esempio l'errore umano (che nell'incidente di sabato è stato escluso). «Le casistiche sono diverse fra loro - continua Giana -. Sabato si è verificata un'anomalia del sistema di rilevazione, che va di certo perfezionato. Tuttavia il sistema reagisce a segnali complessi e non esiste un contesto di tale complessità che sia privo di anomalie. Queste ultime sono fisiologiche». Il trend delle «frenate fantasma», sottolinea Atm, è in diminuzione da 14 mesi a questa parte. Sembrano però in crescita gli episodi con feriti tra i passeggeri.

L'inchiesta della Procura? «Siamo a disposizione, siamo una casa di vetro», conclude il dg.

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