Cronaca locale

Attacco dei pirati informatici A rischio i dati degli ospedali

Infettati alcuni computer del labatorio della Bicocca Milano la città più colpita dalle violazioni telematiche

Cristina Bassi

L'attacco hacker non è passato. Né è lontano da qui. È Milano l'area italiana più colpita dalle violazioni informatiche, l'allarme è vivo e acceso sui dati più sensibili: quelli sanitari. Con un avvertimento degli esperti. Domani, con la riapertura degli uffici, potrebbe scattare una nuova scorribanda dei pirati del web.

L'epidemia di virus «ransomware» (con la richiesta di un riscatto per sbloccare i file «sequestrati») che si diffonde via e-mail e che venerdì ha colpito 99 Paesi, ha per ora sfiorato Milano. Sono stati infettati alcuni pc del laboratorio informatico dell'Università Bicocca. Il contagio, spiegano all'Ateneo, è stato «circoscritto». Ma il peggio è dietro l'angolo. Lo dice un avviso pubblicato online e sui social da Lombardia Informatica, la società di servizi regionale che si occupa dei sistemi digitali degli enti e dell'accesso dei cittadini. Gli esperti informatici del Pirellone invitano in particolare Ats, medici e ospedali ad attrezzarsi contro gli hacker. «È fortemente consigliato - si legge - a tutte le Aziende sanitarie territoriali, alle Ats (ex Asl, ndr) e ai medici di medicina generale e pediatri di base l'installazione della patch MS17-010 rilasciata da Microsoft già da marzo». Si tratta di un programma che corregge i bug, le falle nel sistema. «È in corso - continua Lombardia Informatica - una campagna di infezione di un nuovo malware denominato WannaCry che si sta diffondendo rapidamente». La raccomandazione: «Consigliamo vivamente a tutti gli utenti di non aprire mail sospette o utilizzare chiavette prima di averle fatte controllare ai propri referenti informatici». La società, conclude l'avviso, è a disposizione degli utenti per qualunque supporto.

All'inizio di quest'anno il Security Lab proprio della Bicocca ha assegnato all'area milanese il primato delle violazioni informatiche, seguita da Roma e Cagliari. La rete dei dati sanitari è considerata particolarmente vulnerabile. Non a caso due giorni fa «WannaCry» ha preso di mira decine di ospedali e il servizio sanitario britannico. Non solo possono essere rubate dai computer delle strutture sanitarie informazioni molto delicate (cartelle cliniche, dati previdenziali), ma l'intero sistema può essere gettato nel caos. Un recente studio del Politecnico sullo «Stato di sicurezza informatica negli ospedali lombardi» ha evidenziato il grado di fragilità degli apparati informatici del settore, definito «critico». La mole di dati è enorme, visto che nel solo archivio dell'Ats metropolitana ci sono quelli di tre milioni e mezzo di cittadini.

«Ci sono due grossi problemi - spiega Tommaso Palombo, presidente di Ilia, l'associazione delle aziende che si occupano di intelligence e intercettazioni -. Da una parte molte aziende per risparmiare non mantengono aggiornati software e antivirus. Hanno contromisure datate e livelli di protezione non adeguati e sono quindi molto esposte alle scorribande dei pirati. Dall'altra, anche in presenza di un sistema aggiornato, gli esterni che si possono collegare, che siano utenti o impiegati, e che magari non si sono protetti nel modo giusto possono diventare la porta di accesso del virus. Imprese ed enti pubblici dovrebbero investire di più nella sicurezza informatica. Così il rischio, anche se non può essere annullato, può essere ridotto». L'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera prova a tranquillizzare i cittadini: «La sicurezza dei dati sanitari è per noi un aspetto cruciale. C'è da parte nostra un'attenzione particolare nel tutelare le informazioni sensibili, sia per gli strumenti informatici del sistema regionale sia per quelli delle aziende ospedaliere.

Il futuro? Siamo abbastanza sereni».

Commenti