Cronaca locale

Autunno al Blue Note tutte le star nel segno (non soltanto) del jazz

Da Al Di Meola a Gino Paoli, la stagione riparte con un calendario per tutti i palati

Autunno al Blue Note tutte le star nel segno (non soltanto) del jazz

Oramai a Milano non esiste autunno senza Blue Note. Il club di via Borsieri ogni anno si ripresenta ricco di spettacoli che incrociano il jazz, il soul e la musica d'autore con la buona cucina. La stagione presenta un programma variegato e in grado di soddisfare qualsiasi palato. Dopo il debutto di venerdì scorso con il funky soul di Tony Momrelle, voce degli Incognito che piace anche a Stevie Wonder (gli ha telefonato per esprimergli la sua ammirazione), mercoledì 12 un passaggio sui suoni della disco con le gloriose Three Degrees, creature del mitico Giorgio Moroder. Il 14 e 15 torna l'esplosiva miscela sonora del James Taylor Quartet, mentre il 28 e 29 viaggio negli standard americani con The Three Ladies of Blues. Alla domenica i concerti di jazz italiano, come quelli della Strana Banda (23) con Antonio Zambrini e company. Non piacciono ai jazzofili ma fanno sempre sold out (4, 5, 6 ottobre) i Matt Bianco, mentre il 9 ottobre c'è Judith Hill, una voce soulin che ha debuttato a The Voice ed è stata lanciata da Prince. Giovedì 11 jazz sperimentale con i fratelli Ragonese e Ares Tavolazzi e poi due serate (due concerti a sera) di «evento speciale» con sul palco Gino Paoli che rinnova il suo repertorio in jazz. Jazz contemporaneo il 17 con il sax di Ben Wendel e la sua Seasonal Band. Il 19 e il 20 le magie chitarristiche di Al Di Meola, mentre giovedì 25 tradizione e modernità nei dialoghi piano e sax tenore Ethan Iverson & Mark Turner. Accompagnato dalla sua tromba che ha lavorato con Roy Hargrove e Ron Carter, domenica 28 arriva Jeremy Pelt, uno dei personaggi più interessanti e creativi della stagione. mercoledì 31 il vecchio leone del blues inglese Brian Auger con il suo show esplosivo e divertente. Novembre si apre con la calda voce di Nnenna Freelon, ed è un mese dedicato al jazz più puro e al tempo stesso innovativo. Il 2 e il 3 c'è Victor Wooten, bassista superquotato e vincitore di 5 Grammy, accompagnato da Dennis Chambers alla batteria e da Bob Franceschini al sax. Domenica 4 una superband, l'Aziza Quarter con il contrabbasso di Dave Holland, il sax di Chris Potter e la ritmica di Eric Harland più la chitarra di Lionel Loueke. Dal free jazz all'oggi il 6 è il turno del trio del pianista Steve Kuhn mentre poi si susseguiranno le virtuose chitarre di John Scofield e del fantasioso Bill Frisell in assolo. Il 17, dopo gli Yellowjackets (13 e 14) arriva un gigante del calibro di Terence Blanchard con il suo esplosivo E-Collective, mentre domenica serata di lusso con Antonio Faraò, uno dei migliori pianisti europei, con la ritmica di Ira Coleman e Jeff Watts. Ha rivoluzionato l'uso del basso e ora si presenta il 21 e 22 con la sua band il grande Stanley Clarke che svaria dal bebop al jazz rock. Il 24 novembre da non sottovalutare la «nuova» voce di Jazzmeia Horn, uscita dal Thelonius Monk Institute International Jazz Competition. Ha suonato con tutti, spaziando dai Blood Sweat & Tears a Miles Davis e ora si presenta con il suo quartetto Mike Stern, per un concerto all'insegna della fusion il 27 e il 28.

La maggior parte delle serate presentano un doppio concerto, il secondo a prezzi scontati.

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