Cronaca locale

Aziende infiltrate dalla mafia La Lombardia è al terzo posto

Per numero di interdittive è dietro soltanto a Calabria e Sicilia. La Dia: «Faro su edilizia e gestione dei rifiuti»

Aziende infiltrate dalla mafia La Lombardia è al terzo posto

Quanto la Lombardia sia terra di conquista per la mafia lo dice anche il podio, poco ambito, delle interdittive anti mafia. La nostra regione è terza dopo Sicilia e Calabria per provvedimenti emessi dalle Prefetture nei confronti di aziende infiltrate dalla criminalità organizzata. Nel corso del 2018 sono stati 147 in Calabria, 85 in Sicilia e 50 in Lombardia (il totale nazionale è 456). Il dato si trova nell'ultima Relazione semestrale al Parlamento del Centro operativo di Milano della Dia.

Numeri, per quanto riguarda in particolare la nostra regione, legati sia al radicamento delle cosche sia alla vitalità economica. I settori con più provvedimenti prefettizi: ristorazione, giochi e scommesse, costruzioni, autotrasporto di merci, autodemolizioni, commercio di auto. L'Osservatorio centrale degli appalti della Dia elabora su richiesta delle Prefetture le informative anti mafia, strumento di prevenzione contro i tentativi di infiltrazione delle organizzazioni criminali nei rapporti economici tra Pubblica amministrazione e imprese. Lo scopo è impedire che la mafia ottenga commesse pubbliche, escludendo dalle gare le aziende inquinate. Come si infiltrano le cosche nel tessuto economico? Con la corruzione, con l'intimidazione oppure usando come tramite operatori economici a loro vicini. «Nel suo percorso evolutivo - spiega il report della Dia - la criminalità organizzata, capace non solo di integrarsi con l'economia legale ma anche di anticiparne le opportunità, ha perfettamente compreso quanto siano labili i confini tra attività illecite e lecite, inquinando il sistema economico attraverso metodiche corruttive finalizzate ad infiltrare la Pubblica amministrazione ed il relativo mondo dei pubblici appalti, anche grazie alla disponibilità di professionisti compiacenti». In particolare: «Oggi la penetrazione del sistema imprenditoriale lombardo appare sempre più marcata da parte dei sodalizi calabresi». In Lombardia nel semestre analizzato l'attività informativa ha riguardato soprattutto il settore delle costruzioni e quello della gestione dei rifiuti.

La Dia monitora anche le attività di riciclaggio dei proventi illeciti, approfondendo le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che abbiano a che fare con la criminalità organizzata. Le segnalazioni arrivano per lo più dalle banche, mentre il contributo dei professionisti come notai, commercialisti e avvocati risulta ancora «poco significativo». Nel secondo semestre del 2018 le operazioni finanziare (trasferimento di fondi, bonifici, versamento di contanti, eccetera) segnalate come sospette in Italia sono state 47.582. Di queste la maggior parte, vale a dire 21.946, sono state effettuate al Nord (oltre 13.700 al Sud e 8.500 al Centro). La Lombardia è di gran lunga al primo posto tra le regioni per numero di segnalazioni riferibili ai cosiddetti «reati spia», cioè usura, estorsione e simili. Sono state ben 7.080 nel periodo considerato, in Campania, al secondo posto, 6.556 e in Emilia Romagna, al terzo, 4.089. Per quanto riguarda invece gli alert di diretta attinenza alla criminalità organizzata, in Lombardia ne sono scattati poco più di 1.100, mentre in Campania, al primo posto in questo caso, circa 2.

100 e in Emilia Romagna e Calabria, più o meno pari al terzo posto, circa 780.

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